Profeti
e Le Rivelazioni
I
profeti e i messaggeri:
C'è
una differenza tra il Profeta (Nabi) e il Messaggero (Rasul). I
profeti sono coloro che sono stati elevati spiritualmente sulla
terra e sono stati messi a conoscenza di Allah. E ha detto il
Messaggero di Allah (SAAS) che i profeti sono stati 124000. I
messaggeri sono anche loro profeti, cioè sono stati elevati
spiritualmente sulla terra e sono stati messi a conoscenza di Allah,
ma hanno ricevuto da Lui, anche, una rivelazione. Ha detto il
Messaggero di Allah (SAAS) che i messaggeri sono stati più di 300
o, in altre versioni, 315. Troviamo la distinzione tra profeti e
messaggeri anche nel Sublime Corano: «Non inviammo prima di te
nessun messaggero e nessun profeta senza che Satana si intromettesse
nella sua recitazione» (XXII:52). «Ricorda Mosé nel Libro. In
verità era uno sincero, un messaggero, un profeta» (XIX:51).
La
fede nei profeti e nei messaggeri:
La
fede in tutti i profeti e i messaggeri è un pilastro inalienabile
del credo musulmano; il Corano dice: «Dì: "Crediamo in Allah
e in quello che ha fatto scendere su di noi e in quello che ha fatto
scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e le Tribù, e in ciò
che, da parte del Signore, è stato dato a Mosè, a Gesù e ai
profeti: non facciamo alcuna differenza fra loro e a Lui siamo
sottomessi» (III:84; e dice ancora: «Chi non crede in Allah, nei
Suoi angeli, nei Suoi libri, nei Suoi messaggeri e nel Ultimo Giorno
è stato grandemente deviato» (IV:132).
Profeti
di cui non parla il Corano:
Abbiamo
visto che sono stati inviati all'umanità un gran numero di profeti
e di messaggeri, ma il Corano ci parla solo di venticinque profeti e
messaggeri: «Ci sono messaggeri di cui ti abbiamo narrato in
precedenza [a Mecca] e altri di cui non abbiamo fatto menzione» (IV:164).
Profeti
e messaggeri citati nel Corano:
Vediamo
allora, in questo schema, quali sono i venticinque profeti e
messaggeri citati dal Corano:
Maometto*
(Muhammad, 571-632 d.C.),
Gesù*
('Isà, 4 d.C.-37 d.C.),
Mosé*
(Musà, 1436 a.C.-1316 a.C.),
Abramo*
(Ibrahim, 1861-1686 a.C.),
Noé*
(Nuh, 3900-2900 a.C.),
Giovanni
(Yahya, 5-35 d.C.),
Zaccaria
(Zakariya,100-20 d.C.),
Giona
(Yunis, VIII secolo a.C.),
Eliseo
(Ilyasa, IX secolo a.C.),
Elia
(Iliyas, IX secolo a.C.),
Salomone
(Sulayman, 985-933 a.C.),
Davide
(Daud, 1043-973 a.C.),
Aronne
(Harun 1439-1317 a.C.),
Dhu-l-Kifl
(vive tra il XVI e XV secolo a.C.),
Giobbe
(Ayyub),
Shu'ayb,
Giuseppe
(Yusuf, 1610 -1500 a.C.),
Giacobbe
(Ya'qub, 1700-1653 a.C.),
Isacco
(Ish/aq, 1761-1581 a.C.),
Ismaele
(Isma'il, 1781-1638 a.C.),
Lot
(Lut, 1861-1686 a.C.),
Salih
(2000-1900 a.C.),
Hud
(tra il 2500 e il 3200 a.C.),
Idris
(?),
Adamo
(Adam,?).
Infine
il Corano parla delle Tribù di Israele (al-Asbat), ovvero i dodici
figli di Giacobbe, considerandoli come profeti, però senza
riportarne i nomi, fatta eccezione per Giuseppe.
Vi
sono poi due messaggeri, che non troviamo nel Sublime Corano, ma che
vengono citati solo da Muhammad (SAAS): questi sono Set (Shit) e
Giosuè figlio di Nun (Yusha' bin Nun).
Personaggi
sui quali si hanno dubbi in merito alla loro missione:
Vi
sono due altri personaggi, citati nel Corano, sui quali si hanno
incertezze, se devono essere considerati profeti o meno. Questi sono
Dhu al-Qarnayn (Alessandro Magno, citato in 83:XVII), sul quale
al-Razi sostiene che egli sia stato un profeta mentre 'Ali ibn Abu
Talib sostiene che non lo sia stato e Tubba' (citato in 37:XLIV e
14:L). Però lo stesso Messaggero di Allah (SAAS) non si è voluto
esprimere, perché infatti ha detto: «Non so se Tubbac fosse un
profeta o meno, e non so se Dhu al-Qarnayn fosse un profeta o meno»
(Hakim e al-Bayhaqi).
Al-Khidr:
Al-Khidr
non viene mai citato direttamente nel Corano, ma sarebbe lui il
sapiente che Mosè incontra al versetto 65 della sura al-Kahf (XVII).
Ma proprio la sua sapienza e conoscenza dell'ignoto, la sua capacità
di decidere la morte di una persona e l'agire sotto ispirazione (XVII:82)
fanno pensare che egli sia stato un profeta. Il giudizio non è
unanime, e molti pensano a lui solo come una persona particolarmente
vicina ad Allah.
La
necessità dei profeti e dei messaggeri:
Qualora
una persona si ammala solo in poche occasioni può curarsi da solo,
egli ha bisogno di una medico, che gli dia dei consigli e una cura.
Allo stesso modo l'umanità ha bisogno di alcuni
"specialisti" che le diano dei consigli, le indichino una
cura, e la mettano a conoscenza di tutto ciò che non conoscono e
non possono conoscere da soli. Questi "specialisti" sono i
profeti e i messaggeri. Se ciò non avvenisse l'umanità rimarrebbe
all'oscuro di quella che sarà il Giorno del Giudizio, della vita
dopo la morte, e di come bisogna impostare la propria vita in
adorazione di Allah, cose che l'uomo non saprebbe acquisire da solo.
Compiti
dei messaggeri:
Possiamo
semplificare dicendo che i compiti dei messaggeri sono
fondamentalmente sei:
1-
La trasmissione del messaggio divino. Ha detto l'Altissimo: «O
messaggero, trasmetti quello che è sceso su di te da parte del tuo
Signore. E se non fai ciò non avresti trasmesso il Suo messaggio»
(V:67); e ancora: «E su di te abbiamo fatto scendere il Ricordo [il
Corano], affinché tu spieghi agli uomini ciò che è stato loro
rivelato e affinché possano riflettervi» (XVI:44).
2-
L'invitare la gente (da'ua) ad Allah e a seguire la Retta Via: «Ad
ogni comunità inviammo un messaggero [con il comando]: Adorate
Allah e fuggite dai Taghut» (XVI:36).
3-
L'annunciare il Paradiso ai credenti e l'avvisare delle pene
dell'Inferno ai miscredenti: «Non inviammo i messaggeri se non per
annunciare ed ammonire» (XVIII:56).
4-
Purificare le anime: «Egli è colui che ha inviato tra gli
illetterati un Messaggero, uno di loro, che recita i Suoi versetti,
li purifica e insegna loro il Libro e la Saggezza, anche se in
precedenza erano in errore evidente» (LXII:2).
5-
Eliminano le scuse degli uomini, ovvero fare in modo che gli uomini
non possano dire nel Giorno del Giudizio di non aver ricevuto un
ammonimento ed un avvertimento: «[Inviammo] messaggeri che
annunciavano e ammonivano affinché non avessero più scuse davanti
ad Allah» (IV:165).
6-
Governare sulla terra la comunità dei credenti: «Governali con ciò
che ti è stato fatto scendere da Allah» (V:48).
Carattere
umano dei profeti:
Quando
giunsero ai popoli i messaggeri, molti di questi si stupirono che
questi messaggeri non fossero figure angeliche o creature
particolari. Si trattava solo di uomini normali: «Dì: "Io [Muhammad]
non sono altro che un uomo come voi"» (XVIII:110), «E dicono:
"Ma che inviato è costui che mangia cibo e cammina nei
mercati?"» (XXV:7), «Dissero loro i messaggeri:
"Certamente siamo uomini come voi, ma Allah favorisce chi Egli
vuole tra i Suoi servi"» (XIV:11).
Si
è discusso anche sulla possibilità che vi siano stati delle donne
come messaggeri. Abu al-Hasan al-Ash'ari, al-Qurtubi e Ibn Hazm
sostengono che la cosa sia possibile, infatti troviamo in alcuni
episodi narrati nel Corano che alcune donne ricevono un ispirazione,
vengono a contatto con Gabriele o vengono elette tra le donne: «Ispirammo
la madre di Mosè ad allattarlo» (XXVIII:7), «Le inviammo il
Nostro Spirito che assunse le sembianze di un uomo perfetto» (XIX:17).
«O Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificato ed eletta tra tutte
le donne dei mondi» (III:42). Lo stesso discorso vale per Sara,
Agar e Asia moglie del Faraone.
Però
altri dotti islamici, come Nawawi e Hasan al-Basri -il quale ha
detto: «Non ci sono stati profeti tra le donne né tra i jinn»-,
sostengono che la cosa non sia possibile. Questo perché esse non
hanno trasmesso o divulgato alcun messaggio, perché non tutte le
persone che hanno parlato con gli angeli sono profeti e perché non
abbiamo prove sufficienti nei testi.
Comunque
non è possibile dare un giudizio, visto che lo stesso Profeta (SAAS)
preferì astenersi dal giudizio sulla missione profetica di Dhu
al-Qarnayn.
Caratteristiche
non umane uniche dei profeti:
I
profeti e i messaggeri sono uomini come altri, hanno le stesse
necessità ma hanno senza dubbio delle caratteristiche uniche. La
prima di queste è il wahi, "l'ispirazione", di cui
parleremo più avanti, che fa sì che essi abbiano una conoscenza
superiore, di cose fuori dalle esperienze umane.
Gli
occhi dei profeti dormono, ma non dormono mai i loro cuori infatti
in un hadith Anas ibn Malik dice: «Gli occhi del Profeta (SAAS)
dormivano, ma non dormiva il suo cuore. Così gli occhi dei profeti
dormono, ma non dormono i loro cuori» (Bukhari 3570).
I
profeti possono scegliere tra il mondo terreno (il continuare a
vivere) e quello ultraterreno (il morire). Da 'A'isha' ha detto di
aver sentito il Messaggero di Allah (SAAS) dire: «Non è, colui che
si ammala, un profeta se non può scegliere tra il mondo terreno e
quello ultraterreno» (Bukhari e Muslim).
I
profeti e i messaggeri vengono sepolti nello stesso luogo in cui
sono deceduti. Troviamo infatti in una hadith: «Non viene sepolto
un profeta se non nel luogo in cui muore» (Ahmad) . Il Profeta
Muhammad (SAAS) ad esempio è stato sepolto nella casa di 'A'isha',
nella quale morì. Il loro corpo inumato non verrà consumato dalla
terra, ecco perché troviamo lo hadith: «Allah ha vietato alla
terra di mangiare i corpi dei profeti» (Abu Daud e Nisa'i). E
ancora nelle loro tombe i profeti continuano a vivere, il Profeta (SAAS)
disse infatti: «Sono in vita i profeti nelle loro tombe, pregano»
(trasmessa dai sei).
Sono
caratterizzati da una purezza senza uguali. Da una purezza nella
trasmissione del messaggio, ovvero non cambieranno né
dimenticheranno cosa alcuna di ciò che Allah ha voluto che
trasmettessero. Ecco perché l'Altissimo ha detto: «Ti faremo
recitare [il Corano] e non dimenticherai, se non quello che Allah
vuole» (LXXXVII:6) e ha detto: «O messaggero, trasmetti quello che
è sceso su di te da parte del tuo Signore. E se non fai ciò non
avrai trasmesso il Suo messaggio» (V:67).
La
loro purezza non viene intaccata anche quando provano timore (come
quando Abramo vede gli angeli che non mangiano), rabbia (quando Mosé
vede l'idolo fatto dalla sua gente), impazienza (quando Mosé
incontra il Khidr), quando commettono peccati minori o dimenticano.
Anche il Profeta (SAAS) dimenticava, disse infatti: «Ma anche io,
io sono un uomo, dimentico come voi, e se dimentico allora
riprendetemi» (Trasmesso dai sei tranne Tirmidhi).
Il
wahi:
Il
verbo arabo awhaya(IV forma) che significa ispirare, trasmettere,
suggerire un idea, nel Corano acquista il significato di informare,
mettere a conoscenza una persona elevata tra gli uomini in modo
segreto, non visibile da altri uomini. Per esempio troviamo: «Ti
abbiamo trasmesso [la rivelazione] come la demmo a Noé e ai profeti
dopo di lui. E abbiamo trasmesso [la rivelazione] ad Abramo,
Ismaele, Isacco, Giacobbe e alle Tribù, a Gesù, Giobbe, Giona,
Aronne, Salomone, e a Davide demmo il Salterio» (IV:163), «E
quando ho ispirato gli apostoli a credere in Me e nel Mio messaggero»
(V:111), «Ispirammo la madre di Mosè ad allattarlo» (XXVIII:7).
Come
avviene il wahi:
I
profeti possono ricevere il wahi in vari modi: il primo di questi è
durante il sonno. Per esempio quando Abramo riceve in sogno l'ordine
di sacrificare suo figlio Ismaele: «Poi, quando raggiunse l'età
per accompagnare [suo padre, questi] gli disse: "figlio mio, mi
sono visto in sogno, in procinto di immolarti. Dimmi cosa ne
pensi". Rispose: "Padre mio, fai quello che ti è stato
ordinato: se Allah vuole sar tra i pazienti» (XXXVII:102).
Allah
parla direttamente ai profeti attraverso un velo (attraverso uno
schermo che li protegge). Così avvenne per Mosè, Adamo e Muhammad
durante la sua ascesa al cielo (mi'raj). Possono ricevere il wahi
attraverso un angelo: per esempio fu l'angelo Gabriele che rivelò a
Muhammad (SAAS) l'intero Corano. Egli vide l'angelo nel suo vero
aspetto e quando questo acquistava le sembianze umane. Poi ha
ricevuto il wahi come se fosse stato un suono di una campana.
Segni
e miracoli dei profeti:
Certo
tutti i profeti hanno dovuto portare con sé delle prove e dei
miracoli che potessero attrarre la gente e potessero convincerla
della veridicità delle loro parole. Questi miracoli però non sono
cose create dai profeti, ma sono cose che Allah ha dato loro.
Andiamo a vedere adesso l'esempio di alcuni messaggeri.
Abramo
(AS):
«Dissero:
"bruciatelo e andate in aiuto ai vostri dei, se siete
capaci". Dicemmo: "Fuoco, si fresco e sicuro per
Abramo". Tramarono contro di lui, ma facemmo si che fossero dei
perdenti» (XXI:68-70): Abramo fu messo al rogo dai suoi
concittadini, ma il messaggero non morì ne fu bruciato da quel
fuoco. Abramo ricevette anche una prova da Allah della Sua presenza:
«E quando Abramo disse: "Signore, mostrami come resusciti i
morti", Allah disse: "Ancora non credi?". "Si
-disse-, ma fa che il mio cuore si acquieti" Disse:
"Prendi quattro uccelli e falli a pezzi, poi mettine una parte
su ogni monte e chiamali: verranno da te velocemente"» (II:260).
Mosè
(AS):
La
missione profetica di Mosè fu accompagnata da nove segni, così
come troviamo nel Corano: «In verità abbiamo dato a Mosè nove
segni evidenti» (XVIII:101). Esaminiamo questi segni attraverso le
stesse parole dell'Altissimo:
(1)
«Disse:
"Gettalo [il bastone] Mosè". Lo gettò ed ecco che
divenne un serpente che strisciava veloce» (XX:19-20);
(2)
«Stringi
la mano sotto l'ascella: ne uscirà bianca senza farti alcun male.
Ecco un altro segno» (XX:22).
(3)
«Colpimmo
la gente di Faraone con anni di miseria e [4] una scarsità di
frutti, affinché riflettessero. Quando veniva loro un bene
dicevano: "Questo ci spetta", se li colpiva un male
vedevano in Mosè e in quelli che erano con lui, uccelli di
malaugurio. Non dipendeva da Allah la loro sorte? Ma la maggior
parte di loro non sapeva. Dissero: "Qualunque segno addurrai
per stregarci, noi non crederemo in te". Mandammo contro di
loro [5] l'inondazione, [6] le cavallette, [7] le pulci, [8] le rane
e [9] il sangue, segni ben chiari. Ma furono orgogliosi e rimasero
un popolo di perversi» (VII:130-133).
Gesù
(AS):
La
stessa nascita di Gesù è stato un grande miracolo. Il Corano cita
poi un altro miracolo, quello della "Tavola imbandita"
(V:112-115), ma ci sono tutti quei miracoli trasmessici dalla
tradizione cristiana -che colui che è nato in un paese cattolico
non può non conoscere- tutti verosimili.
Muhammad
(SAAS):
Miracolo
più grande del Sigillo dei Profeti (SAAS) è senza dubbio il
Corano, per ciò che esso contiene, per il modo in cui esso si
esprime e per le verità scientifiche in esso contenuto. Altri
miracoli di Muhammad (SAAS) sono l'Isra' (il suo viaggio da Mecca a
Gerusalemme e poi il ritorno a Mecca durato l'arco di una notte) e
il Mi'raj (la sua ascensione fino al settimo cielo sempre durante l'Isra'),
la luna che si spaccò in due parti davanti agli occhi dei meccani
increduli -ecco di questo miracolo lo troviamo nel versetto: «L'Ora
si avvicina e la luna si spacca. Se vedono un segno si sottraggono e
dicono: "E’ una magia continua"» (LIV:1-2)-, l'acqua
che gli sgorga dalle dita e gli animali, le piante e gli esseri
inanimati che parlano e lo riconoscono come profeta.
L'annuncio
di Muhammad (SAAS) da parte dei profeti precedenti:
La
missione profetica di Muhammad (SAAS) conclude e perfeziona
l'insieme delle missioni profetiche. E tutti i profeti precedenti
hanno saputo della sua venuta: «E quando Allah strinse un patto con
i profeti [dicendo]: "Vi ho dato un Libro e della Saggezza, poi
verrà un messaggero [Muhammad (SAAS)] per confermare ciò che
avete, dovrete credergli e aiutarlo"» (III:81); ed hanno
annunciato la venuta di Muhammad (SAAS).
Troviamo,
per esempio, nella Genesi che i discendenti di Ismaele (gli arabi e
quindi anche Muhammad (SAAS)) diventeranno un'importante nazione: «Anche
riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo
renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli
genererà e di lui farò una grande nazione» (Gen 17:20).
Gesù
ha detto: «"O figli di Israele, io sono veramente un
Messaggero di Allah a voi, per confermare la Tawrat [Torà] che mi
ha preceduto e per annunciarvi un messaggero che verrà dopo di me,
il cui nome sarà Ahmad". Ma quando a questi giunse con le
prove evidenti, dissero: "Questa è magia evidente"» (LXI:6).
Ed Ahmad è uno dei nomi dell'ultimo Messaggero (SAAS), come egli
stesso ha detto: «Io ho cinque nomi: io sono Muhammad, e Ahmad, io
sono al-Mahi con il quale Allah elimina la miscredenza, io sono
al-Hashir che sarò riunito prima degli altri uomini, e io sono al-'Aqib
[colui che completa le missioni profetiche]» (Bukhari 3532 e Muslim).
Nei
vangeli troviamo: «E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che
deve venire. Chi ha orecchi intenda» (Mt 11:14-15). Secondo
l'interpretazione cattolica non si tratterebbe altro che di Giovanni
Battista, ma la sua missione è precedente a quella di Gesù, e
quindi egli non può annunciare una cosa che già è avvenuta. Ma più
chiaro è l'annuncio della venuta dei musulmani, che dal paganesimo
passeranno alla stretta fede monoteistica e condanneranno gli ebrei
per aver rifiutato i profeti e per il loro agire: «Ora vi dico che
molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli
del regno [gli ebrei] saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà
pianto e stridore di denti» (Mt 8:11-12).
Nel
Vangelo di Giovanni troviamo: «Se mi amate, osserverete i miei
comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità
che il mondo non puٍ ricevere, perché non lo vede e non lo
conosce. Voi lo conoscerete, perché egli dimora presso di voi e sarà
in voi» (Gv 14:15-17); «Quando verrà il Consolatore che io vi
manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre,
egli mi renderà testimonianza» (Gv 15:26). Il
"Consolatore" è il Profeta Muhammad (SAAS) inviato sei
secoli dopo la venuta di Gesù (AS).
Troviamo
nel Vangelo di Matteo un discorso di Gesù ai giudei: «E Gesù
disse loro: "Non avete mai letto le Scritture:
La
pietra che i costruttori hanno scartata
è
divenuta testata d'angolo;
dal
Signore è stato fatto questo
ed
è mirabile agli occhi nostri?
Perciò
io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo
che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà
sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno la stritolerà» (Mt
21:42-44). E ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Io sono come
i profeti che mi hanno preceduto, come un uomo che costruisce una
casa, la completa, la decora e non posiziona un mattone d'angolo e
vengono gli uomini gli girano attorno, si stupiscono e dicono: Ma
come non hai posizionato questo mattone? [come sarebbe bella la casa
con quel mattone!] Dice: Io sono il mattone e io sono il Sigillo dei
profeti» (Bukhari 3535 e Muslim). Ecco quella "pietra
scartata" poi divenuta "testata d'angolo", che ha
completato e reso perfetto l'edificio, era Muhammad (SAAS), che con
il messaggio che ha portato con sé ha fondato una forte nazione.
L'annuncio
della venuta del Sigillo dei profeti (SAAS) la possiamo ritrovare
anche nel Vangelo di Barnaba, che noi oggi abbiamo in veneto, anche
se vi sono alcuni dubbi sulla sua autenticità, oppure in altre
religioni, anche in quelle che oggi non sono più monoteistiche.
L'eccellere,
il preferire alcuni profeti o messaggeri:
Dice
l'Altissimo: «Abbiamo preferito alcuni profeti sugli altri ed a
Davide abbiamo dato il Salterio» (XVII:55). Tutti gli 'ulama'
concordano che i messaggeri, in quanto portatori di una rivelazione,
sono preferibili dei profeti, e tra diessi ci sono dei gradi di
importanza; infatti troviamo: «Abbiamo preferito quei messaggeri
tra gli altri. A quelli Allah ha parlato, e alcuni li ha alzati di
grado, e abbiamo dato a Gesù figlio di Maria le prove, e lo abbiamo
coadiuvato con lo Spirito Santo [Jibril] » (II:253).
Cinque
sono i messaggeri preferiti rispetto a tutti i profeti e messaggeri:
(1) Muhammad (SAAS), ultimo messaggero e colui che ha completato la
rivelazione dell'Islam; (2) Noè, il primo messaggero; (3) Abramo,
l'Amico di Allah e guida per gli uomini (vedi Corano IV:125); (4)
Mosè, colui che ha trasmesso la Torà e (5) Gesù, Parola (Ordine
di Allah) insufflata in Maria e insufflata dal Suo Spirito
(Gabriele). Prova di ciò sono i versetti: «Pazienta come
pazientarono i messaggeri risoluti» (XLVI:35). «Ha stabilito per
voi, nella religione, la stessa via che aveva raccomandato a Noè,
quella che rivelammo a Te e che imponemmo ad Abramo, a Mosè e a Gesù:
"Assolvete al culto e non create divisioni in essa"» (XLII:13).
Perché
Muhammad (SAAS) è stato preferito?
Lo
stesso Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Allah mi preso come
amico, così come prese Abramo come amico» (Muslim), e ha detto: «Sono
stato preferito tra i profeti per sei motivi: ho ricevuto l'insieme
delle parole, ho vinto con il terrore, mi è stato reso lecito il
bottino, è stata resa per me la terra pura e come una moschea, e
sono stato inviato a tutte le creature e con me sono finiti i
profeti» (Tirmidhi e Muslim). Muhammad (SAAS) ha detto allora di
essere superiore ad altri profeti per sei ragioni:
(1)
dice di aver ricevuto "l'insieme delle parole", per la
capacità di comunicare grandi e profondi significati con poche
parole;
(2)
dice di aver vinto con l'arma del terrore, questo perché Allah
gettava la paura nei cuori dei suoi nemici;
(3)
gli fu reso lecito di prendere una parte del bottino, cosa che non
era lecita agli altri profeti;
(4)
dice "è stata resa per me la terra pura e come una
moschea", questo perché il fedele può pregare ovunque, e
ovunque si può purificare con acqua o -in mancanza d'acqua- con la
polvere;
(5)
fu inviato a tutte le creature e non solo agli arabi, infatti il
Corano dice: «O uomini io sono il Messaggero di Allah per voi tutti»
(VII:158), così come fu inviato anche ai jinn;
(6)
infine è stato colui che ha completato le missioni profetiche: «Ma
è il Messaggero di Allah e sigillo dei profeti» (XXXIII:40).
Divieto
di fare preferenze tra profeta e profeta:
Però
bisogna fare molta attenzione a non fare preferenza tra profeta e
profeta poiché ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Non
scegliete tra i profeti» (Bukhari e Muslim e ha detto: «Non fate
preferenze tra i profeti» (Bukhari). Ciò non significa che quanto
detto fin ora è scorretto, ma che non bisogna preferire un profeta
arbitrariamente, ma bisogna portare sempre delle prove del Corano o
della Sunna a sostegno delle proprie preferenze.
LE
RIVELAZIONI
L'obbligo nel
credere nelle rivelazioni:
Il
musulmano è tenuto a credere non solo ai profeti e ai messaggeri,
ma anche a tutte le rivelazioni scritte come il Libro rivelato ad
Abramo, la Torà rivelata a Mosè, come il Salterio rivelato a
Davide, il Vangelo rivelato a Gesù o il Corano rivelato a Muhammad
(SAAS), e a tutte le rivelazioni non scritte, come la rivelazione
trasmessa da Ismaele, Isacco, Giacobbe, le Tribù o anche il wahi
trasmesso a Muhammad (SAAS) che non fa parte del Corano (la Sunna in
generale, insomma). Il Corano dice: «Dite: "Crediamo in Allah
e in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è
stato fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle
Tribù, e in quello che è stato dato a Mosè e a Gesù e in tutto
quello che è stato dato ai Profeti da parte del loro Signore, non
facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui siamo
sottomessi"» (II:136), e dice anche che «Chi non crede in
Allah, nei Suoi angeli, nei Suoi libri e nei Suoi messaggeri e
nell'Ultimo giorno è stato grandemente deviato» (IV:136).
Ragione
delle rivelazioni:
Il
significato delle rivelazioni e quello di fornire agli uomini una
guida chiara permanente, una serie di indicazioni all'uomo. Allah
l'Altissimo dice a proposito della Torà: «Facemmo scendere la Torà,
fonte di guida e di luce» (V:44).
Torà:
Per
Torà o Pantateuco si intendono i primi cinque libri dell'Antico
Testamento (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Si
parla diciotto volte di Torà (al-Tawrat) nel Corano, ma quella di
cui parla il Corano è la stessa che noi oggi abbiamo? No. Questo
perché il Corano parla di un libro rivelato a Mosé, e non di un
insieme di tradizioni e documenti variamente intersecati, che si
possono scaglionare su di un lasso di tempo che va dall'epoca di Mosé
(XIII secolo a.C.) all'epoca della restaurazione del popolo
d'Israele dopo l'esilio di Babilonia nel secolo V a.C.. Dunque il
testo, che noi oggi abbiamo, sarebbe stato composto in otto secoli
con il contributo di più autori e non sarebbe la rivelazione fatta
a Mosè. I musulmani non condividono l'opinione della Chiesa che Dio
sia autore dei libri ispirati dallo Spirito Santo, ma riconoscono
solo i libri rivelati ad un profeta e che sono stati conservati
senza che l'uomo vi apportasse alcuna modifica.
I
Salmi (Zabur):
Anche
questo è un libro di cui parla il Corano, ma anche in questo caso
è accertato che non sia un libro che si può far risalire a Davide,
ma che si tratti di una collezione nel quale confluiscono altre
collezioni minori di autori diversi e di epoche diverse. Inoltre la
versione in greco non coicide con quella ebraica, mentre la versione
siriaca differisce notevolmente da entrambe.
Il
Vangelo (Injil):
Il
Corano parla di un unico Vangelo, rivelato da Dio a Gesù figlio di
Maria. Cosa in verità che si ritrova anche nel Vangelo di Marco: «Gesù
si recٍ nella Galilea predicando il vangelo di Dio» (Mc
1:14). Mentre i vangeli che noi oggi abbiamo non sono altro che una
cronaca della vita di Gesù, e quindi possono essere accettati e
criticati così come si farebbe per un libro di storia, visto anche
che Marco e Matteo non erano contemporanei a Gesù e non avevano
assistito alla sua predicazione e che in verità non si conoscono
gli autori del Vangelo di Luca e di quello di Giovanni.
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