Nel
Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
Bismillàhi ar-Rahmàni ar-Rahìm
As salam alaykum wa
rahmatuLlah, la mia storia di ritorno all'Islam è iniziata circa 16
anni fa, per la precisione. Quando ho incontrato l'uomo che sarebbe
diventato mio marito. Ebbene sì, faccio parte di quell'élite di
“povere sottomesse” senza arte né parte che hanno conosciuto la
religione tramite il proprio marito, hehehe! Sono sincera, tempo fa
me ne facevo un cruccio, mi scocciava dire che lo avevo conosciuto
tramite lui, perché sapevo perfettamente cosa pensava la maggior
parte delle persone a riguardo. Ovvero, “Ti ha fatto il lavaggio del
cervello”, oppure “Ti ha costretta”. Oltretutto ho una cara amica
che ha conosciuto l'Islam indipendentemente da mariti, fidanzati &
Co. che quasi invidiavo per questo, perché ogni volta che le
chiedevano di come aveva conosciuto la religione, poteva fieramente
dire che lo aveva fatto tramite un percorso personale non aiutata da
nessuno in particolare, a parte ovviamente da Dio. Ma tempo dopo,
riflettendo e soprattutto maturando nella fede, mi sono detta “Ma
sì, in fondo chi se ne frega di come sono arrivata all'Islam,
l'importante è che ci sia arrivata!”. Se Allah swt ha scelto questo
mezzo per me, significa che era il migliore, che era quello che mi
avrebbe toccata in modo decisivo e profondo. Tra l'altro, le donne
che come me sono tornate all'Islam in questo modo, hanno avuto la
grazia di aver trovato, oltre ad un uomo meraviglioso che amiamo e
che ci ama, anche quella della conoscenza della vera e unica Retta
Via. Due piccioni con una fava, come si dice! E adesso sì, non mi
importa più di dire che l'Islam me lo ha consegnato su un piatto
d'argento l'amore della mia vita. Ed io me lo sono preso! E
volentieri, hamduliLlah, molto volentieri.
Preamboli a parte, questo uomo musulmano che ho conosciuto ormai 16
anni or sono, mi ha da subito colpito per i suoi modi di fare molto
particolari, ai quali una ragazzetta 19enne occidentale non è che
fosse gran ché abituata, soprattutto durante il 1992, anno in cui
l'immigrazione musulmana, soprattutto nella mia città (in Liguria)
non è che fosse poi così presente. Prima di tutto mi chiese di
sposarlo dopo tre giorni che ci eravamo conosciuti, così io pensai
1) che fosse pazzo; 2) che fosse un bugiardo. Dove lo trovi, perfino
al giorno d'oggi, un uomo occidentale che ti fa proposte simili dopo
tre giorni??? Con anello annesso??? Difficilotto, chi legge immagino
ne converrà con me... Andando avanti con la conoscenza - perché
ovviamente avevo difficoltà a credere che le sue intenzioni fossero
serie, di conseguenza non avevo accettato subito la sua proposta -
ho incominciato a scoprire i suoi comportamenti, i suoi modi di fare
molto educati, soprattutto nei confronti di mio padre (mia madre era
già morta da anni, non lo ha mai conosciuto). Gli faceva la spesa
con i suoi stessi soldi, se lo andava a trovare da solo lo aiutava a
pulire la casa, lo sgridava un po' quando, a causa della pigrizia
conseguente all'età non più giovane, si lasciava un po' andare. Dopo
qualche mese mi sono convinta della sua sincerità, e ci siamo
sposati, perciò ho incominciato a vedere ancora più da vicino la
pratica dell'Islam. Il digiuno nel mese di Ramadan, la preghiera, il
fatto che lui non mangiava maiale né beveva vino. Un giorno gli
chiesi se avessi potuto osservarlo mentre pregava, lui ovviamente mi
disse sì, ed io mi stupii di vedere un uomo energico come mio
marito, allegro e pieno di vita, assorto e concentrato che si
chinava e si prosternava davanti ad Allah, gloria a Lui. Bisogna
essere onesti, nel mio paese, l'Italia, raramente si vedono
cattolici praticanti devoti, quindi vedere una persona fra l'altro
giovane come era lui all'epoca (aveva 25 anni) concentrarsi così in
un rito per Dio è stato per me come un qualcosa di nuovo, in un
certo senso. Mi ha colpito. Poi col tempo abbiamo incominciato a
parlare, lui della sua religione e io della mia dell'epoca, il
cattolicesimo. Io naturalmente cercavo di difendere il credo che
avevo ereditato dai miei (ereditato per modo di dire, perché mio
padre era un comunista rosso che più rosso non si può, mi raccontò
che litigò perfino con il parroco il giorno del suo matrimonio!!!
Diciamo che lo avevo assorbito dal mondo che mi stava attorno, va,
che è meglio, hehehe!), ma effettivamente le mie risposte rispetto
alle sue, sicure, sensate, logiche e inattaccabili, erano ben poca
cosa. La molla? E' scattata proprio parlando della famosa “Trinità”.
Io mi ricordo che, circa 12 anni fa, dicevo a mio marito perché i
cattolici pregano Gesù alla stregua (anzi, ad essere onesti, più) di
Dio. Cioè il figlio che viene dal padre, che però è della stessa
essenza del padre, quindi praticamente un suo pari in sostanza etc...
Io, testarda come al solito, volevo aver ragione a tutti i costi,
anche perché comunque avevo fede a modo mio, ma lui mi ha
involontariamente zittita con una risposta che non ammetteva
repliche di nessun genere, talmente era inoppugnabile. Mi disse:
come è possibile considerare una creatura alla stregua di Dio, pur
essendo Gesù un grande Profeta, ovvio, senza sminuire al contempo il
Creatore? Il concetto praticamente era semplice da comprendere. Se
preghi Gesù per forza di cose sminuisci Allah swt, perché metti il
primo allo stesso livello del Secondo. E lì, caspita, mi son detta,
ha ragione lui! Perché Allah swt, Dio, è il Creatore, per forza di
cose è superiore alla creatura. E' più forte, ha più conoscenze,
esiste da prima... Quindi perché bisognava pregare la creatura che
non ha lo stesso potere del Creatore, non essendo naturalmente
Creatore a sua volta? Più logico di così... Ho poi comprato il
Corano in italiano, tempo dopo, in un supermercato. E l' ho finito
in un batter d'occhio. E più leggevo più capivo che ciò che c'era
scritto in esso era incredibilmente giusto, sensato, perfetto. Il
Corano mi ha aperto gli occhi, mi ricordo che lo appoggiavo aperto
sulla pancia dopo averlo letto la sera, sulla pancia dentro la quale
all'epoca c'era la mia bambina. Lo facevo per lei. Per educarla fin
dai primi mesi di gestazione ad essere musulmana, anche se io
all'epoca non lo ero ancora. Dopo qualche tempo la sua lettura ha
incominciato a farmi uno strano effetto, ho incominciato ad avere
paura, la notte. Paura di morire non musulmana. Così, pian pianino,
ho sentito il desiderio di dover incominciare ad evitare certe cose,
perché mi facevano sorgere sensi di colpa. Ero già astemia per i
fatti miei, quindi con l'alcool non ho avuto nessun problema, ma ho
smesso di mangiare carne di maiale. Mi dicevo che, essendo in cinta,
la mia bimba musulmana non avrebbe dovuto essere nutrita con cibo
vietato. Poi ho continuato su questa strada, smettendo di mangiare
anche la carne macellata non islamicamente. Mi viene un po' da
sorridere, perché all'epoca non esisteva nemmeno l'ombra di una
macelleria islamica (ora sì, grazie a Dio) dalle mie parti, ed io,
essendo appunto in cinta e non volendo evitare di mangiare carne
perché temevo di nuocere alla bimba, compravo delle bistecche
surgelate in un centro islamico dalle mie parti che erano sì halal,
ma anche un orrore!!! Suole di scarpa, praticamente... Hehehe! Ma lo
facevo volentieri, davvero. Poi durante il settimo mese di
gravidanza giunse il momento di dichiarare la mia shahadah
(testimonianza di fede islamica). Ero pronta, convinta della
veridicità della mia religione, e la mia bimba, alhamduliLlah,
sarebbe nata da una mamma musulmana. Ero molto compiaciuta per
questo. Subhana Allah, ricordo poi un particolare che mi sembra
davvero strano, avendone conosciuto successivamente il significato.
Nessuno mi aveva detto che prima del ritorno all'Islam, prima di
pronunciare la professione di fede, avrei dovuto fare il ghusl
(l'abluzione maggiore), ma io lo feci lo stesso. Presi il libro “La
via del musulmano” che mio marito mi aveva portato, andai in bagno e
seguii passo passo le istruzioni per fare l'abluzione maggiore.
Giuro su Allah, non me lo aveva detto nessuno ma sentii di doverlo
fare. Arrivammo quindi in moschea, una a 20 km da casa mia, io, mio
marito, la bimba in pancia, la stessa sorella di cui ho parlato
prima mia cara amica e suo marito, e pronunciai la mia shahadah
davanti all'imam dell' epoca, che era Hamza Piccardo, il quale
ricordo fece una piccola lezione che riguardava la pazienza nel
matrimonio hehehe!
E cominciai lì la mia strada nell'Islam. Adesso, dopo circa 10 anni
trascorsi da quel giorno, sono io ad istruire mio marito, talvolta,
sulla nostra religione, e forse sono più ligia di lui (cosa che
spesso accade alle persone tornate all'Islam) in alcuni aspetti,
anche se lui è stato e rimarrà sempre il mio amico del cuore, il mio
consigliere, il mio confidente e il mio difensore, nonché l'uomo che
amo e che mi ha regalato il Paradiso, grazie a Dio, e che,
aiutandomi a diventare musulmana lo ha regalato anche a sé stesso,
il furbacchione hehehe!
Sono contenta della mia scelta. L'Islam mi ha dato certezze, mi ha
resa forte, sicura, più serena. Mi ha donato la verità. E quando hai
la verità in mano non la molli per null'altro al mondo, e lo vuoi
gridare a tutti, quando è bello l'Islam. Sia gloria ad Allah,
Signore dei mondi.
Aisha
Lode ad
Allâh, Signore delle creature.
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