La Storia dei Profeti Mamdouh AbdEl-Kawi Dello Russo |
Muhammad (pace e benedizione su di lui) La prima rivelazione del Corano Muhammad
(*) è sempre stato contrario all’idolatria,
alla violenza, all’ingiustizia ed
ha trasmesso questo ai figli, ed
al contrario di molti altri che
vivevano nel suo ambiente, non
pregava mai gli dei, non
si prosternava davanti a loro. Una
volta entrato in età matura, a 40 anni, incominciò
ad isolarsi per riflettere e meditare. Di
solito questo avveniva durante il mese di Ramadan, si
isolava in una grotta del monte Hirà, vicino
alla Mecca, e chiedeva a Dio se
era giusto il comportamento sbagliato dei meccani, il
suo rifiuto per quel sistema, voleva
una conferma, un segno. Le
sue preghiere erano sempre più frequenti e così, era
l’anno 610, durante il Ramadan, nono
mese del calendario lunare, avvenne
la Rivelazione del Corano, che
proseguirà fino al 632, per
ben 22 anni. E’
IL CORANO IL PIU’ GRANDE MIRACOLO: “Leggi!
In nome del tuo Signore che ha creato, ha
creato l’uomo da un’aderenza. Leggi,
che il tuo Signore è il Generosissimo, Colui
che ha insegnato mediante il Calamo, che
ha insegnato all’uomo quello che non sapeva”. (Sura
XCVI, V. 1/5) Avvenne
in una grotta del Monte Hirà, quando l’Arcangelo Gabriele, lo
stesso che apparve a Maria (che Dio sia compiaciuto di lei) per
rivelarle che avrebbe avuto Gesù (pace su di lui) senza intervento
alcuno di uomo, apparve davanti anche a Muhammad (*) e gli disse
“Leggi!”, Muhammad (*) rispose “Non so leggere”, era
illetterato, allora quando lo strinse fortissimamente a se e
insistette il Profeta recitò i primi cinque versetti. “Recitai
questa Sura affinché le parole fossero scolpite nel mio cuore”
disse poi Muhammad, l’inviato di Allah (*). Dopo
aver recitato i 5 versetti, impaurito e sconvolto scappò dalla
grotta correndo giù dalla montagna. Ma una voce risuonò nella
notte, era quella dell’Arcangelo Gabriele: “O
Muhammad tu sei il Messaggero di Allah e io sono Gabriele”. Il
Profeta (*) alzò gli occhi e vide la forma angelica riempire
l’orizzonte. “Invero
(il Corano) lo abbiamo fatto scendere nella Notte del Destino e chi
potrà farti comprendere cos’è la Notte del Destino? La Notte del
Destino è migliore di mille mesi. In essa discendono gli angeli e
lo spirito, con il permesso del loro Signore, per fissare ogni
decreto. E’ pace, fino al levarsi dell’alba”. (Sura
XCVII, V. 1/5) Il
Corano fu rivelato nella lingua che Muhammad (*) conosceva
(l’arabo) in modo che il suo compito fosse facilitato e il
messaggio risultasse inequivocabile. La maggior parte degli arabi
erano illetterati (come il Profeta) e non avevano ricevuto nessuna
parte della scrittura. Il
Profeta (*) disse: “Il
Corano è sceso in quattro aspetti: il lecito e l’illecito che
nessuno può ignorare, quello che può essere spiegato dagli arabi:
quello che può essere spiegato (dai sapienti) ed infine i versetti
analogici che nessuno conosce eccetto Allah. E chi, al di fuori di
lui pretendesse di averne la conoscenza, sarebbe un bugiardo”. Hadith citato da Tabari. |
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