Le Madri dei Credenti (che Allah sia soddisfatto di loro) Traduzione
di Umm Yahya 'Aisha Farina |
SAFIYYAH BINT HUYAY (che Allah l'Altissimo sia soddisfatto di lei) Nel
settembre del 628 d.C. (7^ anno dell'Hijrah), dopo la conquista
dell'oasi ebraica di Kahybar, i cui abitanti avevano tradito il
patto stretto con il Profeta (s), incoraggiando i Quraysh
all'attacco in occasione della 'Battaglia del Fossato', tra le molte
prigioniere di guerra si trovava anche la vedova di Kinanah, capo
del-l'oasi, ucciso durante la battaglia: si trattava di Safiyyah
(r), figlia di quell'Huyay che aveva persuaso la tribù dei Bani
Qurayzah a rompere l'accordo col Profeta (s) e che era stato messo a
morte con loro dopo la batta-glia del Fossato. Safiyyah
(r) aveva 17 anni e aveva sposato Kinanah soltanto uno o due mesi
prima che il Profeta (s) partisse da Madinah per la battaglia contro
l'oasi. Il matrimonio non era stato felice; a differenza di suo
padre e di suo marito, Safiyyah (r) era profondamente pia. Fin
dall'infanzia aveva sentito il suo popolo parlare di un Profeta la
cui venuta era prossima e questa idea l'aveva profondamente colpita. In
seguito aveva sentito parlare di un Arabo di Makkah, un Quraysh, che
affermava di essere quel Profeta, e infine aveva saputo che era
arrivato a Quba'. Tutto
ciò si era verificato sette anni prima, quando aveva 10 anni;
ricordava bene che suo padre e suo zio erano andati fiduciosamente a
Quba' per appurare che l'uomo era, secondo loro, soltanto un
impostore; ma quello che le era rimasto soprattutto impresso nella
memoria era stato il loro ritorno a notte fonda, poiché entrambi
apparivano in uno stato di grande abbattimento. Era evidente, da
quanto avevano detto, che ritenevano che il nuovo venuto fosse il
Profeta promesso, ma intendevano, nonostante ciò, o meglio proprio
per questo, opporglisi ugualmente… la mente della bambina ne era
rimasta sconcertata. Svegliatasi,
aveva narrato il sogno a Kinanah, che l'aveva schiaffeggiata
dicendole: "Questo può solo voler dire che desideri il re
dell'Hijaz, Muhammad (s)". Il
segno del colpo era ancora visibile quando fu portata prigioniera al
cospetto del Profeta (s), che le chiese quale ne fosse la causa, ed
ella (r) gli narrò il sogno. Dihyah
(r), re dei Bani Kalb, che era entrato nell'Islam poco dopo Badr,
aveva chiesto che Safiyyah (r) gli venisse assegnata come parte del
bottino di Khaybar e il Profeta (s) aveva acconsentito, ma udito il
sogno chiamò Dihyah e gli disse che al posto di Safiyyah (r) doveva
prendere la cugina. Quindi comunicò alla donna che era disposto a
lasciarla libera e le offrì la scelta tra il rimanere Ebrea e
tornare dalla sua gente, o entrare nell'Islam e divenire sua moglie.
"Scelgo Allah (SWT) e il Suo Messaggero (s)!" rispose
Safiyyah (r) e, alla prima sosta, sulla via del ritorno, il
matrimonio fu celebrato. La
sua venuta era attesa e procurò poca sensazione, mentre causa di
maggior ansietà per le altre mogli (r) fu l'inaspettato arrivo
nella famiglia della giovane e bella Safiyyah (r) che, giunta a
Madinah, il Profeta (s) aveva temporaneamente alloggiato in una
delle case di un Sahaba, Harithah (r). Avendo sentito parlare della
sua bellezza, 'Aisha (r) mandò a chiedere a Umm Salamah (r) notizie
della nuova sposa. "E' davvero molto bella" disse Umm
Salamah (r) "e il Messaggero di Allah (s) l'ama molto". 'Aisha
(r) si recò di persona a casa di Harithah (r) ed entrò con le
altre donne che rendevano visita alla nuova sposa. Era velata e,
senza rivelare la sua identità, rimase un po' in disparte, ma
abbastanza vicina per poter vedere che Umm Salamah (r) aveva detto
la verità. Poi lasciò la casa, ma il Profeta (s), che era
presente, l'aveva riconosciuta e seguendola all'usci-ta le chiese:
"O 'Aisha, come l'hai
trovata?". "Ho visto in lei" rispose 'Aisha (r)
"un'Ebrea come altre Ebree". "Non
dire così" ribatté il Profeta (s), "perché
è entrata nell'Islam e il suo Islam è puro". Safiyyah
(r) era comunque particolarmente vulnerabile tra le altre mogli a
causa del padre. "O figlia di Huyay", espressione
rispettosa in se stessa, poteva mutarsi in insulto se cambiava il
tono della voce. Ed infatti una volta ella corse in lacrime dal
Profeta (s), perché una delle sue compagne aveva cercato di
umi-liarla. Il Profeta (s) le disse: "Rispondi
loro: mio padre è Harun (Aronne *) e mio zio è Musa (Mosè *)". Quando
'Uthman (r) fu assediato dalla folla ostile, Safiyyah (r) non esitò
a venirgli in aiuto, fornendogli viveri e acqua. La
sua fedeltà al Califfo (r) apparve ancora maggiore quando la Madre
dei Credenti (r) prese le sue difese durante l'ultimo incontro tra 'Uthman
(r) e 'Ali (r), avvenuto nell'appartamento di 'Aisha (r). Il fatto
che quest'ultima avesse invitato Safiyyah (r) ad essere presente a
questo incontro, che avrebbe dovuto essere di riconciliazione,
testimonia una volta di più quanto Safiyyah (r) avesse saputo
guadagnarsi la stima e il ri-spetto generali, soprattutto da parte
della sua co-sposa. |
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