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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

La visita a Madina 

E’ riferito che, quando gli abitanti di Madinah vedevano maturare il primo frutto del loro campo, lo portavano al Profeta (pace e benedizioni su di lui), che lo prendeva e diceva: «Oh mio Dio, benedici per noi i nostri frutti, benedici per noi la nostra Madinah, benedici per noi le nostre misure! Oh mio Dio, Ibrâhîm, il Tuo servitore, amico e Profeta Ti ha implorato per Makkah, e io Ti imploro per Madinah così come egli ha fatto per Makkah, e ancora una volta di più», poi chiamava il bambino più piccolo che vedeva e gli regalava questo frutto (Muslim).

 Come trattenere la propria emozione entrando a Madinah, pregando nella Moschea del Profeta (al-Masjid an-Nabawyy), avanzando verso di lui per salutarlo! Tutto qui è impregnato del suo ricordo, tutto testimonia della sua nobiltà:

 e in verità di un’immensa grandezza è il tuo carattere (Corano LXVIII. Al-Qalam, 4)

 Tutto testimonia della sua fede, della sua rettitudine, delle sue lotte per la verità:

 Avete nel Messaggero di Allah un bell’esempio per voi, per chi spera in Allah e nell’Ultimo Giorno e ricorda Allah frequentemente (Corano XXXIII. Al-Ahzâb 21)

 Tutto testimonia allo stesso modo della sua sollecitudine e del suo amore:

 Non ti abbiamo inviato (oh Muhammad) se non come misericordia per il creato (Corano XXI. Al-Anbiyâ’, 107)

 Il rispetto e l’umiltà fanno abbassare il capo e la voce ad ogni visitatore, la riconoscenza e l’amore fanno traboccare il suo cuore.

Il saluto che il fedele rivolge qui al Profeta (pace e benedizioni su di lui) deve esprimere tutto ciò con la sobrietà consona a ciò che è essenziale.

 E’ raccomandato al credente di pregare abbondantemente sul Messaggero di Allah (s) lungo tutto il suo viaggio verso Madinah, e di vivificare allo stesso modo il suo soggiorno in questo luogo con questa preghiera ordinataci da Allah l’Altissimo:

 In verità Allah e i Suoi Angeli benedicono il Profeta. O voi che credete, beneditelo e invocate su di lui la pace (Corano XXXIII. Al-Ahzâb, 56)

 Il Messaggero di Allah (s) disse: «Colui che avrà pregato di più per me sarà più degno di me nel Giorno del Giudizio» (Tirmidhî).

 E’ riportato che il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wasallam) disse: «Avrei voluto vedere i nostri fratelli». I Sahaba (r) chiesero: «Oh Messaggero di Allah, noi non siamo i tuoi fratelli?», ed egli (s) rispose: «Voi siete i miei Compagni; in quanto ai nostri fratelli, sono coloro che non sono ancora venuti» (Muslim). Queste parole del Messaggero di Allah (s) devono immergere ciascuno dei suoi visitatori in uno stato di timore e di speranza. Colui che si reca a salutarlo deve farlo impegnandovi tutto il suo essere, così come facevano i Sahaba (r), e tanto meglio se delle lacrime di gioia giungono a testimoniare la sincerità di un tale saluto. Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «Nessuno mi saluterà senza che Allah mi renda l’anima perché io possa rispondere al saluto» (Abû Dâwûd).

 Quando il credente arriva a Madinah, gli è raccomandato di effettuare un ghusl, vestirsi degli abiti migliori e profumarsi[1] in vista della nobile visita. Poi si reca serenamente alla Moschea del Profeta. Prima di entrare, è bene che faccia un’elemosina. Entra col piede destro e invocando come è raccomandato fare per ogni moschea, poi compie le due raka’ât di saluto alla moschea. Si avvicina poi alla nobile tomba e si pone dinanzi ad essa, ad una distanza di circa due metri, girando così la schiena alla qibla. Umilmente, senza alzare la voce, rivolge allora il saluto al Messaggero di Allah (s). Se qualcuno l’ha incaricato di salutargli il Messaggero di Allah (s), lo saluta anche a nome di questa persona. Si sposta poi di circa mezzo metro sulla destra e saluta Abû Bakr, poi ancora di mezzo metro e saluta ‘Umar, che Allah sia soddisfatto di entrambi!

 Il Messaggero di Allah (s) disse: «Lo spazio compreso tra la mia dimora e il mio minbar è un giardino (rawda) del Paradiso» (Bukhârî).

Il Messaggero di Allah (s) è stato sepolto nello stesso luogo della sua morte, nella camera di ‘Aisha (radi’Allahu ‘anha). All’epoca, la sua moschea era un piccolo cortile chiuso da una parte dai suoi appartamenti e dall’altra da una galleria le cui colonne erano tronchi di palma. Lui stesso aveva partecipato alla costruzione. Faceva i suoi sermoni (khutba) in questo cortile, appoggiandosi contro un albero; più tardi i Compagni gli costruirono un minbar. La Rawda del Profeta (s), situata dunque tra la sua tomba e il suo minbar, è delimitata oggi da colonne la cui parte inferiore è ricoperta da marmo bianco. Dopo aver salutato il Profeta (s) e i suoi due Compagni (r), il credente si recherà dunque in questo luogo e, rivolto alla qibla, rivolgerà delle lodi ad Allah (SWT) e Lo glorificherà, pregherà sul Profeta (s), poi farà invocazioni per se stesso, i suoi genitori, la sua famiglia, i suoi amici, per coloro che gli hanno fatto del bene, per chi gli ha chiesto di pregare per lui e per tutti i Musulmani. Poi chiederà ad Allah (SWT) di accettare l’intercessione del Profeta (s) in suo favore. Se l’affluenza non gli permette di accedere alla Rawda, farà le sue richieste e invocherà in un posto qualunque della moschea[2]. Ogni volta che potrà, verrà a pregare, invocare o recitare il Corano in questo luogo privilegiato. Sarà cosciente che il Profeta (s) vi pregò nel corso degli anni con i suoi Sahaba (r), che è là che diede vita alla Ummah (Comunità Islamica), che diede le direttive per farla vivere e organizzarla, che chiese il soccorso divino per proteggerla nei momenti di intenso pericolo. Rifletterà nel più profondo della sua anima sul fatto che questo luogo benedetto è stato mille e mille volte percorso dai suoi passi finché, negli ultimi momenti della sua vita, sostenuto da due Sahaba (r), vi si recò a pregare per l’ultima volta con i credenti, quando non aveva più la nemmeno la forza di alzarsi in piedi e camminare.

 Il credente si recherà poi al cimitero di al-Baqî’ per salutare coloro che vi sono sepolti e chiedere per loro la Misericordia divina. Il Messaggero di Allah (s) disse: «Visitate i morti poiché ciò vi fa pensare alla vita futura» (Muslim). Egli stesso si rendeva sovente ad al-Baqî’, vi si recò anche poco tempo prima di morire. Più di diecimila Sahaba (r) vi sono sepolti. Là riposa ‘Uthmân, e molti parenti e spose del Messaggero di Allah (s), tra cui ‘Aisha, Hafsa, suo zio ‘Abbâs e suo nipote Hasan, che Allah sia soddisfatto di tutti loro! Vi si trova anche l’imâm Mâlik, fondatore della scuola Malikita, che Allah abbia misericordia di lui!

 Il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wasallam) era solito andare, il sabato, alla moschea di Quba. Al tempo della sua hijra (emigrazione) si era fermato, prima di entrare a Madinah, e aveva abitato tre giorni a Quba, un villaggio vicino. Aveva allora posto le fondamenta di questa moschea, che fu la prima dell’Islam. Chiamata anche Masjid at-Taqwâ (Moschea del Timore Pio), essa è menzionata e onorata nel Sublime Corano (IX, 108). Il Messaggero di Allah (s) disse: «Colui che si purifica poi esce di casa per andare a compiere una preghiera nella Moschea di Quba, avrà un merito equivalente al compimento di una ‘umra»   (Ibn Mâjah).

 Il Messaggero di Allah (s) disse: «Una preghiera nella mia moschea vale più di mille preghiere in qualsiasi altra, eccetto la Sacra Moschea» (Bukhârî).

Molti luoghi a Madinah e dintorni, testimoni imponenti e commoventi della missione del Messaggero di Allah (s) attireranno a giusto titolo chi ha il favore di rimanere qualche giorno a Madinah, ma che ciò non impedisca di recarsi ogni giorno a salutare il Messaggero di Allah (s), e non sia a discapito del compimento assiduo delle preghiere quotidiane nella sua moschea.

 La donna che ha le mestruazioni non potrà evidentemente entrare nella Moschea del Profeta (s) fino alla fine delle sue regole e dopo la purificazione. Durante tutto il suo viaggio verso Madinah e il suo soggiorno nella città benedetta del Profeta (s), ciò non le impedirà di moltiplicare le sue preghiere per lui, così come è raccomandato a tutti i credenti e a tutte le credenti. Se le mestruazioni cessano nel corso del soggiorno, si purificherà subito e si recherà a pregare nella Moschea del Profeta (s), poi avanzerà per salutarlo. Se il soggiorno è troppo breve perché le regole cessino prima della partenza, si recherà, ogni giorno se possibile, vicino ad una delle porte della Moschea e là, senza entrare, saluterà discretamente il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui). Farà lo stesso al momento della partenza se è mestruata.

 Colei che non può entrare nella Moschea del Profeta (s) e avvicinarsi il più possibile a lui per salutarlo, non si rattristi! Sappia con certezza che è l’intensità e la purezza del suo desiderio che saranno contati da Allah (SWT) e che onoreranno davvero il Suo Profeta (s), ben più dei pochi ultimi passi che ella non può fare e che non dipendono dalla sua volontà. Il Profeta (s) disse: «Non fate della mia tomba un luogo (di cerimonia e) di festa: pregate in mio favore, poiché la vostra preghiera mi giunge ovunque voi siate» (Abû Dâwûd).

Viene insegnato che il posto più proficuo per la vita spirituale è spesso quello del povero che spera umilmente alla porta del suo Maesto. Durante la sua vita, il Profeta (s) non aveva forse delle persone che attendevano assiduamente all’entrata della sua dimora e ai quali egli donava, di tanto in tanto, se non più che agli altri? A Uways al-Qarnî, che viveva nello Yemen all’epoca del Messaggero (s), e ardeva dal desiderio di conoscerlo di persona, ma che non poté mai recarsi da lui perché doveva rimanere notte e giorno al servizio di sua madre inferma e cieca, il Profeta (s) non lasciò forse in eredità il suo mantello benedetto?

 Quando il credente è sul punto di lasciare Madinah, gli è raccomandato di andare a dare l’addio alla Moschea del Profeta (s), compiendovi le due raka’ât di saluto, poi di recarsi presso la tomba del Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) e di salutarlo come ha fatto le volte precedenti.

 Rivolgerà poi delle suppliche ad Allah l’Altissimo prima di lasciare la Moschea del Profeta (s).


[1] Le ultime due cose solo per gli uomini (ndt)

[2] Un certo lasso di tempo all’inizio della mattina e un altro dopo la preghiera dell’ ‘asr sono riservati alle donne perché esse possano venire a salutare il Profeta (s) e pregare nella Rawda.

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