I Pilastri Della Fede di Jaafar Sheikh Idris A cura di Mostafa A. Refaei |
L'Aldilà Gli argomenti coranici per l'aldilà di un'altra vita dopo la morte sono volti a provare che è possibile ed altresì desiderabile che ci debba essere una tale vita, e che se non crediamo in essa allora la nostra fede nel vero Dio non può essere completata. i. Molte delle persone alle quali Dio si rivolse alla Mecca credevano – come abbiamo detto sopra – in un Dio supremo, ma molti di loro pensavano che fosse impossibile che i loro corpi disintegrati dopo la morte potessero essere risuscitati. Essi così schernivano e deridevano il Profeta Muhammad r, quando questi ne parlava. La risposta coranica fu che non vi era nessuna ragione per un tale sbigottimento o per la derisione poiché la resurrezione non è solo logicamente ma anche fisicamente possibile per le seguenti ragioni: a) Se è Dio che ha creato l'uomo in principio, perché dovrebbe esserGli impossibile ricrearlo dopo che questi sia morto? La resurrezione dovrebbe essere più facile della creazione originale. {Egli è Colui che inizia la creazione e la reitera e ciò Gli è facile.}, [surat Ar-Rûm (I Romani), vers. n. 27]. b) Se si pensa bene, ci si rende conto che il riportare in vita i morti è un comune fenomeno naturale. Per credere alla possibilità della resurrezione degli esseri umani, un essere pensante non ha bisogno di vedere una persona tornare in vita. È sufficiente vedere altri corpi morti tornati in vita. {Fa parte dei Suoi segni la terra che vedi affranta. Poi quando facciamo scende l'acqua,palpita e rigonfia. In verità Colui che le ridà la vita è Colui che ridarà la vita ai morti. In verità Egli è l'Onnipotente.}, [syrat Fussilat ("Esposti Chiarente"), vers. n. 39]. {Già non fu che una goccia di sperma eiaculata, quindi un'aderenza, poi [Allah] lo creò e gli diede forma armoniosa; poi ne trasse una coppia, il maschio e la femmina. Colui [che ha fatto tutto questo] non sarebbe dunque capace di far risorgere i morti?}, [surat Al-Qiyâma (La Resurrezione), verss. n. 37-40]. ii. Perché la resurrezione è desiderabile? Semplicemente perché, senza di essa, Dio non sarebbe quel Dio Giusto e Saggio e Misericordioso quale Egli è. Dio creò gli uomini e li fece responsabili delle loro azioni; alcuni si comportarono bene, ma altri no. Se non ci fosse una vita futura nella quale i virtuosi siano ricompensati e gli empi puniti, non ci sarebbe giustizia e quindi la creazione degli uomini in siffatto modo e l'invio di Profeti ad essi non avrebbe alcun scopo. Ma un tale comportamento non addice ad un essere che si sa essere razionale e giusto, il quale è il Perfetto Creatore. - {Pensavate che vi avessimo creati per celia e che non sareste stati ricondotti a Noi?}, [surat Al-Mu'minûn (I Credenti), vers. n. 115]. - {Non creammo invano il cielo e la terra e quello che vi è frammezzo. Questo è ciò che pensano i miscredenti.}, [surat Sâd, vers. n. 27[1]]. iii. Ma è forse il solo e l'unico motivo per negare la realtà di una vita dopo la morte quello espresso attraverso gli argomenti che avanzano i negatori e ai quali risponde il Creatore? Nient'affatto, dice il Corano. Il vero motivo è spesso di stampo psicologico. Coloro che operano il male non desiderano essere puniti ed è tale pio desiderio che li porta a negare la realtà del momento in cui avrà luogo tale punizione. - {Crede forse l'uomo che mai riuniremo le sue ossa? Invece sì, possiamo persino riordinare le sue falangi. Ma l'uomo preferisce piuttosto il libertinaggio! Chiede: "Quando verrà il Giorno della Resurrezione?"}, [surat Al-Qiyâma (La Resurrezione), verss. n. 3-6]. - {Non lo taccia di menzogna altri che il peccatore pervertito.}, [surat Al-Mutaffifîn (I Frodatori), vers. n. 12]. Una questione spesso sollevata a proposito del premio e della punizione nell'aldilà e che induce alcune persone a dubitare della desiderabilità se non della verità stessa di una tale vita dopo la morte e la seguente: "Facciamo il bene perché è bene o per paura di una punizione o nell'attesa di una ricompensa?" Se lo facciamo per il primo motivo, allora a cosa serve credere nell'aldilà! E se lo facciamo per il secondo motivo, allora non stiamo agendo moralmente. La risposta a questa domanda dipende dalla questione se Dio ci ingiunge di compiere un'azione perché questa è buona ovvero se è l'ingiunzione divina che rende buona l'azione. E mi sembra evidente che la bontà di un'azione viene logicamente prima del suo essere oggetto di ingiunzione divina. Altrimenti sarebbe una tautologia dire "a Dio piace ciò che è buono" perché significherebbe semplicemente che a Dio piace ciò che Gli piace. Il Corano, d'altronde, abbonda di affermazioni come le precedenti, ma è evidente che esse non debbano essere intese in senso tautologico[2]. La risposta alla nostra questione originaria è, quindi, che noi facciamo il bene perché è bene. Ma poiché il bene per il bene è a sua volta bene, non c'è nessuna contraddizione nel dire che si fa il bene perché il Dio che noi amiamo e nel quale riponiamo la nostra fiducia ci dice di farlo, e perché ci aspettiamo di essere ricompensati da Lui per averlo compiuto. Secondo il Corano Dio ha creato l'uomo con una natura originaria – chiamata fitrah – la quale possiede quello che possiamo chiamare un senso morale, che rende l'uomo in grado do riconoscere senza alcun aiuto esterno alcune azioni come buone (per esempio dire la verità o essere riconoscente) e sempre a causa di tale natura l'uomo è incline a compiere il bene dopo averlo conosciuto. La vera religione è costruita sulla base di questa natura umana originaria. La religione rinforza tale natura e porta a maturazione i semi della virtù che sono contenuti in essa. Ecco perché l'Islam viene definito nel Corano come la "Fitrah" – natura originaria o primordiale – di Dio e perché il Profeta Muhammad r, dice di essere stato inviato solo per perfezionare la buona condotta morale degli uomini. Il Corano loda coloro nei quali tale senso morale è acuto e condanna quelli nei quali esso è divenuto così debole che l'errore del vizio diventa ai loro occhi il modello della bellezza: - {…, ma Allah vi ha fatto amare la fede e l'ha resa bella ai vostri cuori, così come vi ha fatto detestare la miscredenza, la malvagità e la disobbedienza. Essi sono i ben diretti; [questa] è la grazia di Allah e il Suo favore. Allah è sapiente, saggio.}, [surat Al-Hujurat (Le Stanze Intime), verss. n. 7-8]. - {Di': "Volete che vi citiamo coloro le cui opere sono più inutili, coloro il cui sforzo in questa vita li ha sviati, mentre credevano da fare il bene?".}, [surat Al-Kahf (La Caverna), verss. n. 103-104]. - {Tra gli uomini c'è qualcuno di cui ti piacerà l'eloquio a proposito della vita mondana; chiama Allah a testimone di quello che ha nel cuore, quando invece è un polemico invertito; quando ti volge le spalle, percorre la terra spargendovi la corruzione e saccheggiando le colture e il bestiame. E Allah non ama la corruzione.}, [Surat Al-Baqara (La Giovenca), verss. n. 204-205[3]]. Quindi un musulmano fa il bene perché è attratto dal bene e sfugge dal vizio perché lo detesta. Ma poiché un musulmano si consegna a Dio e Lo ama e Lo teme, e poiché Dio ama la virtù e la auspica ed odia il vizio e lo proibisce, il musulmano opera il bene e si astiene dal vizio in obbedienza al suo Signore. E visto che coloro che operano il bene vivranno – nell'aldilà – una vita di beatitudine, il cui più alto stadio sarà la vicinanza a Dio e il godere della Sua vista, mentre quelli che conducono una vita malvagia soffriranno ogni sorta di castigo il più orribile dei quali sarà la condizione dell'essere privati dalla vista di Dio, un musulmano farebbe bene ad avere sempre in mente tale vita futura ed eterna e a sforzarsi di compiere qui tutte le azioni che lo aiuteranno ad elevare la sua posizione là. - {Di': "Quale dei vostri soci può guidare alla verità?". Di': "Allah guida verso la verità. Ha più diritto di essere seguito chi conduce alla verità o chi non sa dirigersi a meno che non sia guidato?".}, [surat Yûnus (Giona), vers. n. 35]. - {Di': "Se avete sempre amato Allah, seguitemi. Allah vi amerà e perdonerà i vostri peccati. Allah è perdonatore, misericordioso".}, [surat Âl-'Imrân (La Famiglia Di Imran), vers. n. 31]. - {I giusti saranno nella delizia, [appoggiati] su alti divani guarderanno. Sui loro volti vedrai il riflesso della Delizia. Berranno un nettare puro, suggellato con suggello di muschio – che vi aspirino coloro che ne sono degni – [un nettare] mescolato con Tasnîm, fonte di cui berranno i loro pressi si davano occhiate, ritornando dallo loro gente, si burlavano di loro; e quando li vedevano, dicevano: "Davvero sono fuorviati!". Certo non hanno avuto l'incarico di vegliare su di loro. Oggi invece sono i credenti a ridere dei miscredenti.}, [surat Al-Mutaffifîn (I Frodatori), verss. n. 22-34[4]]. Perché mai uno che fa il bene dovrebbe vivere in tale beatitudine? – ci si potrebbe chiedere. E il Corano ha subito una risposta: {Quale altro compenso del bene se non il bene?}, [surat Ar-Rahmân (Il Compassionevole), vers. n. 60]. [1] Il mondo non si è autocreato, esso non è il frutto di uno spettacolare concatenarsi di coincidenze. Nel creato è insito un preciso disegno divino che esclude qualsiasi casualità. [2] Tautologia: definizione illusoria, che ripropone in termini solo formalmente diversi l'enunciazione di quanto dovrebbe costituire oggetto di spiegazione o di svolgimento. [3] Significati eterni ed universali, in questi due versetti, che prendono di mira coloro che utilizzano la parola per confondere la gente e fare del male. [4] "Tasnîm": il nome di una fonte del Paradiso. Significa letteralmente, sorgente d'acqua abbondante. Il Corano descrive l'atteggiamento dei pagani nei confronti dei musulmani: scherno, occhiate ironiche, pesanti ironie, dileggio. |
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