18° Hadith Nawawi Con commento di Ibn Rajab al-Hanbali |
BismillahirRahmanirRahģm (In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso) Da Abu Dharr Jundub ibn Junadah e Abu Abd
ar-Rahmąn Muądh ibn Jabal - che Alląh sia soddisfatto di
entrambi - l'Inviato di Alląh - SallAlląhu 'alayhi waSallam -
disse: «Temi
Alląh dovunque tu sia e ad una cattiva azione fanne seguire una
buona che la cancelli. Agisci nei confronti della gente con il
buon comportamento», rif. at-Thirmidi , buono o
buono-autentico. ü
Da at-Tufail, da Muądh (r), il Profeta - pace e
benedizioni su di lui - lo inviņ ad una tribł, allora egli gli
chiese: «O Inviato di Alląh, fammi qualche raccomandazione»,
rispose (saas): «Saluta la gente, offri da mangiare, abbi
pudore di Alląh come hai pudore di un uomo rispettabile della tua
famiglia, se fai del male [rimedia e] fai poi del bene e cerca di
comportarti bene finché puoi», estr. al-Bazząr. ü
Da Abdullah ibn Āmr ibn al-Ąss (r), Muądh ibn
Jabal (r) stava per mettersi in viaggio, quando disse: «O Inviato
di Alląh,
consigliami!», rispose (saas): «Adora Alląh e non
associarGli alcunché», disse:«O Inviato di Alląh, ancora!»,
rispose (saas): «Sii retto e comportati bene»,
estr. at-Tabarąni e al-Hąkim. ü
Da Abu Dharr (r), il Profeta - che Alląh lo
benedica e l'abbia in gloria - gli disse: «Ti
raccomando di temere Alląh in segreto ed in pubblico, se hai un
cattivo comportamento riscattalo con un altro buono, non chiedere
nulla a nessuno, anche se ti cade la frusta, non prendere nulla in
deposito e non giudicare tra due»,
estr. Imam Ahmad. ü
Abu Dharr (r) chiese: «O Inviato di Alląh,
insegnami un'opera che mi faccia avvicinare al Paradiso ed
allontanare dal Fuoco», rispose (saas): «Se commetti un
peccato, fai poi un bene che vale dieci [peccati]»,
chiese: « O Inviato di Alląh! [Pronunciare:] ü
Da Anas (r), il Profeta - pace e benedizioni su di
lui - inviņ Muądh (r) in Yemen e gli disse: «O Muądh! Temi
Alląh e comportati benevolmente con la gente, e se compi un
peccato, fallo seguire da un bene», chiese: « O Inviato di
Alląh, [dire:] ü
In
questo significato rientra anche il detto di Abu Hurayrah (r). Domandarono al Profeta - che Alląh lo
benedica e l'abbia in gloria: «Cosa fa entrare molta gente in
Paradiso?», rispose (saas): «Il timore di Alląh ed il buon
comportamento», estr. Imam Ahmad, ibn Mąjjah ,
at-Thirmidi e autenticato da Ibn Hibbąn. .
Questa č una
raccomandazione concisa, ma fondamentale sia riguardo ai diritti
di Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - sia riguardo a quelli dei
servi. [Appartiene ad] Alląh (SWT) il diritto che i Suoi servi Lo
temano come si deve, infatti il timore č la raccomandazione
dell'Altissimo ai primi e agli ultimi. Dice
Alląh - subhanaHu waTa'āla:
«Temete Alląh!», ecco quello che abbiamo ordinato a coloro che
ricevettero la scrittura prima di voi.
Corano IV. an-Nisą', 131. La
radice del timore consiste nel porre, tra chi teme e quel che
teme, una protezione che lo ripari, e nell'agire con prudenza,
allora il timore del servo nei confronti del suo Signore č di
mettere tra sé e quel che teme dal suo Signore di ira, collera e
castigo, una protezione che lo salvaguardi, e cioč agire
obbedendo ed abbandonando i peccati. A volte la parola timore si accompagna al Nome di Alląh (SWT)
come:
Abbiate timore di Alląh e sappiate
che sarete tutti ricondotti a Lui.
Corano II. al-Baqara, 203, e: O voi che credete temete Alląh e che
ognuno rifletta su ciņ che avrą preparato per l'indomani. Temete
Alląh: in veritą Alląh č ben informato di quello che fate.
Corano LIX. al-Hashr, 18, quando
la parola timore č riferita a Lui -
subhanaHu waTa'āla - significa allora
temere
Alląh vi
mette in guardia nei Suoi stessi confronti.
Corano
III. al-Imrąn, 28,
Alląh vi mette in guardia da Se
Stesso.
Corano
III. al-Imrąn, 30, e:
Egli č il pił Degno di essere temuto, č il Detentore del
perdono. Corano
LXXIV. al-Muddathir, 56. Egli (SWT) č il Degno di essere temuto, rispettato, onorato e glorificato nei cuori dei credenti cosģ sarą adorato e obbedito come č necessario con rispetto e venerazione per le Sue descrizioni di Grandezza e Maestą, Forza e Valore. Da Anas (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - spiegņ il
versetto
"Egli
č il pił Degno di essere temuto, č il Detentore del
perdono."
[LXXIV,
56]: «Alląh dice: "Io
sono Degno di essere temuto, e sono Degno di perdonare chi Mi teme
senza associare nessun dio a Me, "», at-Thirmidi. Talvolta la parola timore si accompagna al castigo di Alląh (SWT), o ad un
luogo come l'Inferno [o il Fuoco], o ad un tempo come il Giorno
del Giudizio. Dice l'Altissimo: Se non lo fate e non lo farete
temete il Fuoco, il cui combustibile sono gli uomini e le pietre,
che č stato preparato per i miscredenti.
Corano II. al-Baqara, 24, e dice (SWT): E temete il Fuoco che č stato preparato
per i miscredenti.
Corano III. al-Imrąn, 131, E temete il giorno in cui sarete
ricondotti verso Alląh. Allora ogni anima avrą quello che si sarą
guadagnato. Nessuno subirą un torto.
Corano
II. al-Baqara, 281, e: E
temete il Giorno in cui nessun'anima potrą alcunché per
un'altra, in cui non sarą accolta nessuna intercessione e nulla
potrą essere compensato. Essi non saranno soccorsi.
Corano
II. al-Baqara, 48, E
temete il Giorno in cui nessun'anima potrą alcunché per
un'altra, in cui non sarą accolta nessuna intercessione e nulla
potrą essere compensato. Ed essi non saranno soccorsi.
Corano II. al-Baqara, 123. Rientra
nel timore il compimento degli obblighi, l'abbandono del proibito
e delle ambiguitą. Ed anche rientra il esso compiere atti
supererogatori ed abbandonare il biasimevole: questo č il livello
pił alto del timore. Alląh -
gloria a Lui l'Altissimo - dice: Alif, Lām, Mīm. Questo č il Libro su
cui non ci sono dubbi, una guida per i timorati, coloro che
credono nell'invisibile, assolvono all'orazione e donano di ciņ
di cui Noi li abbiamo provvisti, coloro che credono in ciņ che č
stato fatto scendere su di te [Muhammad]
e in ciņ che č stato fatto scendere prima di te e che credono
fermamente all'Altra vita.
Corano II. al-Baqara, 1-4, e dice (SWT): La caritą non consiste nel volgere i
volti verso l'Oriente e l'Occidente, ma nel credere in Alląh e
nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel
dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai
poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli
schiavi; assolvere la saląt e pagare la zakąt. Coloro che
mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle
avversitą e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che
sono veritieri, ecco i timorati.
Corano II. al-Baqara, 177. ü
Muądh ibn
Jabal (r) disse: «Nel Giorno del Giudizio verranno chiamati i
timorati, si alzeranno e si metteranno a fianco del Misericordioso
senza nascondersi», gli chiesero: «Chi sono i timorati?»,
rispose: Persone che temono il politeismo e l'adorazione degli
idoli e che sono sinceri nell'adorazione di Alląh». ü
Ibn Abbąs
(r) disse: «I timorati sono coloro che temono la punizione di Alląh
se trascurano quel che sanno di veritą e sperano nella Sua
Misericordia credendo in tutto quel che fu portato». ü
Disse al-Haşan:
«I timorati sono coloro che con timore abbandonano quel che Alląh
ha reso illecito e compiono quel che Alląh ha imposto». ü
Disse 'Umar
Ibn Abdel Aziz: «Il timore di Alląh non č digiunare di giorno e
pregare di notte, ma il timore di Alląh č la rinuncia
all'illecito e l'adempimento dei doveri, e, per colui che compie
del bene oltre a ciņ, allora č bene su bene». ü
Disse Tąriq
Ibn Habib: «Il timore č agire obbedendo con la luce [che viene]
da Alląh e sperare nella buona ricompensa;
e tralasciare con la luce da Alląh le trasgressioni per
cui temi il Suo castigo». ü
Abu ad-Dardą'
(r) disse: «Il timore in breve č temere Alląh per il peso di un
granello [cioč per una piccolezza], e tralasciare qualcosa che
sembra lecita per paura che sia illecita, Alląh dice: Chi
avrą fatto [anche solo] il peso di un atomo di bene lo vedrą, e
chi avrą fatto [anche solo] il peso di un atomo di male lo vedrą. [XCIX:7-8],
perciņ non sottovalutare nulla di bene per farlo e nulla di male
per tralasciarlo». ü
Disse al-Haşan:
«Il timore č con i timorati finché abbandonano tante cose
lecite temendo l'illecito». ü
Disse
ath-Thawry: «Furono chiamati timorati perché temono quel che [di
solito] non si teme». ü
Disse Muşa
ibn A'yun: «I timorati si astengono da cose lecite per paura di
cadere nell'illecito, allora Alląh li chiamņ
"timorati"». ü
Il Profeta
disse: «Il servo non riesce ad essere timorato finché
tralascia quel che non č male temendo quel che contiene di male»
ed anche: «Chi teme le ambiguitą preserva la sua religione e
il suo onore». ü
Disse Mimłn
Ibn Mahrąn: «Il timorato č pił duro nel [suo] esame di
coscienza di uno molto avaro con il proprio socio». ü
Disse Ibn
Maşułd (r): «Con le parole:
temete Alląh come deve essere temuto
[III:102], Alląh dice che
deve essere obbedito e non disobbedito, ricordato e non
dimenticato e ringraziato senza essere negato».
Ringraziare Alląh -
subhanaHu waTa'āla - comprende il compiere tutti gli atti di
obbedienza, il ricordarLo senza dimenticarLo, cioč ricordare con
il proprio cuore i Suoi ordini, nella confusione, e nella
tranquillitą e nei discorsi. . La radice del timore č conoscere cosa temere per poterlo temere. ü
Disse Āun
Ibn Abdulląh: «Il timore completo č cercare la sapienza di quel
che non si sa da coloro che conosci». ü
Disse Maāruf
al-Karkhi che Bakr Ibn Khuneis chiese: «Come si puņ essere
timorati senza conoscere cosa temere?». .
Insomma, il timore č una
raccomandazione di Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - a tutte le
creature e la raccomandazione dell'Inviato di Alląh - pace e
benedizioni su di lui - alla sua comunitą. Quando (saas) inviava un emiro col suo squadrone gli raccomandava di temere
Alląh (SWT) per se stesso e per i musulmani con lui. Il
giorno del sacrificio, durante il pellegrinaggio dell'addio [Hujjat
al-wadąā] il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam -
raccomandņ alle persone di temere Alląh (SWT) e di ascoltare e
obbedire ai loro emiri. ü
Abu Dharr
(r) chiese al Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in
gloria: «O Inviato di Alląh, consigliami!», disse (saas): «Ti
consiglio il timore di Alląh che č il bandolo di ogni azione »,
estr. da ibn Hibbąn ed altri. ü
Abu Said
al-Kudry disse: «Inviato di Alląh, consigliami», gli rispose (saas):
«Ti consiglio di temere Alląh che ciņ č alla base di ogni
cosa e non tralasciare il jihąd che č come il ritiro spirituale
nell'Isląm»,
estr. Imąm Ahmad. ü
In un altro
racconto: «Temi Alląh che ciņ č l'insieme di ogni bene». ü
Yazid Ibn
Salama chiese al Profeta - pace e benedizioni su di lui: « O
Inviato di Alląh! Ho ascoltato da te molti discorsi ed ho paura
che i primi mi fanno dimenticare gli ultimi, allora dimmi una
parola che sia completa», rispose (saas): «Temi Alląh in
quel che conosci», at-Tirmidhi. I pii antenati [as-Salaf as-Sąleh] si raccomandavano a vicenda il
timore di Alląh (SWT). ü
Disse Abu
Bakr (r) durante una funzione: «Vi raccomando di temere Alląh e
di lodarLo come si deve, di invocarLo con speranza e tremore e di
insistere nel farlo, Alląh elogia Zaccaria - su di lui la pace -
e la sua famiglia dicendo:
In veritą tendevano al bene, Ci invocavano con amore e
trepidazione ed erano umili davanti a Noi. [XXI:90]». ü
Quando stava per morire, Abu Bakr (r) chiamņ 'Umar (r) e gli fece una raccomandazione, e per prima
cosa gli disse: «O 'Umar! Temi Alląh». ü
'Umar (r)
scrisse a suo figlio Abdulląh (r): «Ti esorto a temere Alląh -
subhanaHu waTa'āla - Egli protegge chi Lo teme, ricompensa chi in
Lui confida e accresce i beni di chi Gli č riconoscente. E metti
il timore di Alląh davanti ai tuoi occhi e [fanne la] luce del
tuo cuore». ü
Alģ (r)
nominņ un uomo [come comandante] di un battaglione e gli disse:
«Ti raccomando di temere Alląh (SWT), Colui che non potrai fare
a meno di incontrare, non avrai un fine senza di Lui ed Egli č il
Padrone di questa vita e dell'Altra». ü
'Umar Ibn
Abdel Aziz scrisse ad un uomo: «Ti sollecito a temere Alląh (SWT)
Colui che non accetta altro e non ricompensa altro [che il
timore], molti lo predicano e pochi lo praticano, che Alląh renda
me e te dei timorati». ü
Un uomo
chiese a Yunus Ibn Ūbayd qualche consiglio, gli rispose:«Ti
raccomando di temere Alląh e di agire bene, perché Alląh č con
coloro che Lo temono e con coloro che fanno il bene». ü
Uno degli
avi pii scrisse a suo fratello: «Ti raccomando il timore di Alląh,
perché esso č la miglior cosa che ho nascosto, la pił bella che
ho mostrato, il risparmio pił proficuo e che Alląh ci aiuti a
praticarlo e ci confermi la ricompensa». ü
Fu detto ad
uno degli avi pii in punto di morte: «Consigliaci!», rispose: «Ricordatevi
che In veritą Alląh č con coloro che Lo temono e con
coloro che fanno il bene. [XVI:128]». ü
Cosģ un
uomo scrisse al fratello: «Sollecito te e me al timore di Alląh,
perché č il miglior viatico in questa vita e nell'Altra, fanne
il tuo sentiero per ogni bene e la tua fuga da ogni male, in realtą
Alląh - subhanaHu waTa'āla - Si č incaricato di salvare le
persone che lo praticano da quel che temono e di dar loro il
necessario da dove non se l'aspettano». ü
Raccontņ
Shu'ba: «Quando stavo per uscire chiedevo ad al-Hakam: "Mi
dai qualcosa?", mi rispondeva: "Ti raccomando quel che
il Profeta raccomandņ a Muądh ibn Jabal: Temi Alląh
dovunque tu sia e ad una cattiva azione fanne seguire una buona
che la cancellerą. Agisci nei confronti della gente con il buon
comportamento"». ü
Fu accertato che il Profeta -
pace e benedizioni su di lui - diceva nella sua invocazione: «O
Alląh! Ti chiedo di essere ben guidato, il timore, la castitą e
la quiete». ü
Abu Dharr
(r) raccontņ: «Il Profeta recitņ questo versetto: A
chi teme Alląh, Egli apre una via d'uscita. [LXV:2],
poi disse: "O Abu Dharr, se tutti lo applicassero, sarebbe
sufficiente per loro"». .
Le sue parole (saas): "Temi
Alląh dovunque tu sia" significano
in segreto ed in pubblico, sia che la gente ti veda o meno. ü
Da Abu Dharr (r), il
Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - gli disse: «Ti
raccomando di temere Alląh in privato nelle tue questioni, e
pubblicamente». ü
Il Profeta
- che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - diceva nella sua
invocazione: «Ti chiedo il timore in solitudine ed in
compagnia». .
Temere Alląh - gloria a Lui
l'Altissimo - quando si č soli fa parte degli elementi che
salvano. E abbiamo gią visto, da Muądh (r), che l'Inviato di Alląh
- pace e benedizioni su di lui -
gli disse: "abbi pudore di Alląh come hai pudore
di un uomo rispettabile della tua famiglia", questo
spiega il timore di Alląh in privato. Per chi sa che Alląh (SWT)
lo vede ovunque si trovi e che Lui č ben informato del suo intimo
e palese, segreto e pubblico, e poi si ricorda di questo mentre č
solo, questo comporta l'abbandono dei peccati nel privato. Di
questo significato c'č l'indicazione del Corano, Alląh - Sue la
potenza e la lode - dice:
Temete Alląh
Corano
II. al-Baqara, 2,
Invero Alląh veglia su di voi.
Corano IV. an-Nisą', 1. ü
Disse un
devoto predecessore ai suoi compagni: «Che Alląh faccia
rinunciare, noi e voi, all'illecito, come chi rinuncia in segreto
e sa che Alląh lo vede ed allora tralascia per timore di Lui», o
come disse. ü
Ash-Shąfģi
disse: «Tre sono le cose pił preziose: generositą anche nel
poco, timore nell'intimitą e parola di veritą [detta] a colui
che si teme o a colui dal quale ci si aspetta un favore». ü
Disse Abu
al-Jild: «Alląh rivelņ ad uno dei Suoi Profeti: chiedi al
tuo popolo come mai nasconde i suoi peccati alle Mie creature e li
mostra a Me quando sapete che vi vedo, allora siete degli
associatori, e se sapete che vi vedo, allora perché Mi rendete il
vostro pił critico osservatore?». ü
Diceva Wahb
Ibn al-Ward: «Temi Alląh [tanto] quanto il Suo potere su di te,
abbi pudore di Lui [tanto] quanto il Suo avvicinamento a te». Un
uomo gli disse: «Dammi un incitamento», gli rispose: «Temi Alląh
e fai che Egli non sia il tuo osservatore pił critico». ü
Alcuni
dissero: «O figlio di Adamo! Se mentre commettevi un peccato
nessuno ti ha visto, e quando sei solo con Alląh - l'Unico - osi
peccare senza pudore, come sei verso i Suoi servi? Tu sei uno di
due: se pensi che Egli non ti veda, allora sei un miscredente e,
se sai che Egli ti vede, allora hai commesso un azzardo». ü
Qualcuno,
entrando in bosco, disse: «Se qui commetto un peccato chi mi
vede?». Sentģ allora una voce accanto agli alberi del bosco
dire: Non
conoscerebbe ciņ che Egli Stesso ha creato quando Egli č il
Sottile, il Ben informato?
Corano LXVII. al-Mulk, 14. ü
Qualcuno importunava una contadina e le disse: «Non
ci vede [nessuno] se non i pianeti», e lei rispose: «E Chi muove
i pianeti?». ü
Disse al-Hąrith al-Muaşib: «Temere Alląh (SWT)
č la sapienza del cuore che avvicina al Signore». ü
Fu chiesto a al-Juneid a proposito di cosa aiuta ad
abbassare lo sguardo, rispose: «Č la tua sapienza: lo sguardo di
Alląh verso di te precede quello che tu stai per guardare». ü
L'Imam Ahmad disse: Se
un giorno riesci a stare tutto solo
Non pensare che Alląh ti trascuri nemmeno per un'ora , non dire che sei solo, ma dģ: "C'č su di me un
Guardiano"
o che sia nascosto a Lui ciņ che č invisibile. .
Il senso č che quando il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam -
raccomandņ a
Muądh (r) il timore di Alląh, sia in ciņ che č celato che in
quello che č palese, lo consigliņ come aiutarsi, paragonando il
pudore di Alląh (SWT) a quello che si prova nei confronti di un
uomo rispettabile della famiglia, e cioč sentire di continuo col
proprio cuore la vicinanza di Alląh e Infatti, Muądh (r) mise in pratica le
esortazioni dell'Inviato di Alląh - pace e benedizioni
su di lui. 'Umar (r) lo incaricņ di una missione ed egli tornņ
senza portare nulla con sé, allora sua moglie lo rimproverņ ed
egli le rispose: «Con me c'era un Guardiano [che mi stringeva e
non mi lasciava prendere nulla]». Muądh (r) intendeva
Alląh - l'Altissimo - mentre sua moglie pensņ si trattasse di 'Umar
(r) ed andņ a lamentarsi di lui con la gente. Questo č il caso
sempre, o quasi sempre, di chi cerca la perfezione adorando Alląh
- Sue la potenza e la lode - come se Lo vedesse e dei migliori che
evitano i peccati gravi e le perversitą e commettono solo colpe
lievi. Insomma, colui che teme Alląh (SWT) nel privato dą segno di
completezza della fede e questo ha grande influenza in quanto
l'Altissimo pone nei cuori dei credenti il rispetto per questo
credente pio. Infatti l'hadith dice: «Il servo non puņ
nascondere un segreto se Alląh gli fa vestire pubblicamente
l'abito del bene, se č un bene, del male se č un male», elevato. ü
Disse Abu ad-Dardą' (r): «Che uno di voi tema
Alląh prima che i cuori dei credenti lo maledicano senza che egli
se ne renda conto, commette peccati quando č nascosto ed allora
Alląh istilla l'avversione per lui nel cuore dei credenti». ü
Sulayman at-Taimmi disse: «In veritą l'uomo
compie il peccato in segreto, ma poi la sua umiliazione si vede su
di lui ». ü
Un altro disse: «In veritą il servo compie un
peccato, ed č tra lui ed Alląh, poi incontra i suoi fratelli
[nella fede] ed essi ne vedono le tracce. E questa fa parte delle
pił grandi prove dell'esistenza del Vero Dio che ricompensa per
azioni microscopiche in questa vita e nell'Altra e non Gli sfugge
l'operato di nessuno e per ü
Disse Abu Sulayman: «Il perdente č quello che
mostra le sue opere buone alla gente ed appare con le cattive a
Colui che gli č pił vicino della sua vena giugulare». ü
E tra i pił bei racconti, Abu Jaāfar as-Sąih
narrņ: «Habģb Abu Mohamed era un commerciante che prestava
denaro. Un giorno passņ vicino a dei ragazzini che giocavano,
allora alcuni dissero agli altri: "Č arrivato il consumatore
di usura", abbassņ la testa e mormorņ: "Dio mio, hai
rivelato il mio segreto ai bambini?". Tornato a casa, prese
tutti i soldi e disse: "Mio Dio, sono prigioniero, comprerņ
me stesso da Te con questi soldi per liberarmi". Il mattino seguente diede in
elemosina tutto il suo denaro e si mise ad adorare Alląh. Poi, un
giorno ripassņ vicino a quei bambini, quando lo videro, alcuni
dissero agli altri: «Zitti, č arrivato Habib, il devoto",
allora egli pianse e disse: "O Alląh! Tu biasimi una volta
ed elogi una volta e tutto proviene da Te"». . Le sue parole (saas): "ad
una cattiva azione fanne seguire una buona che la cancelli". Per quanto il
servo abbia l'obbligo di essere timorato, in privato ed in
pubblico, e lo rispetti, talvolta trascura il timore o
abbandonando un'obbedienza, o infrangendo un divieto, allora
bisogna compiere quel che cancella il peccato, cioč bisogna farlo
seguire da una buona azione. Alląh - gloria a Lui l'Altissimo -
dice: Esegui la saląt
alle estremitą del giorno e durante le prime ore della notte. Le
opere meritorie scacciano quelle malvagie. Questo č un ricordo
per coloro che ricordano.
Corano XI. Hłd, 114. ü
Da
Ibn Maşułd (r): «Un uomo ricevette un bacio da una
donna, poi andņ a dirlo a Profeta. Ed il Profeta restņ in
silenzio, finché scese questo versetto, allora lo recitņ per
lui, un uomo chiese: "Č riservato ą lui?", rispose (saas):
"Non č per tutta la gente"», nei Sahihayn. .
Nel
Suo Libro Alląh - subhanaHu waTa'āla - raccomanda ai timorati
quel che ha raccomandato il Profeta - pace e benedizioni su di
lui. Dice l'Altissimo: Affrettatevi
al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i cieli e
la terra che č preparato per i timorati, quelli che donano nella
buona e nella cattiva sorte, per quelli che controllano la loro
collera e perdonano agli altri, poiché Alląh ama chi opera il
bene, e quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono
stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh
e Gli chiedono perdono dei loro peccati e chi puņ perdonare i
peccati se non Alląh? e non si ostinano nel male
consapevolmente. Essi
avranno in compenso il perdono del loro Signore, e i Giardini in
cui scorrono i ruscelli e vi rimarranno in perpetuo. Che bella
ricompensa per coloro che ben agiscono!
Corano III. al-Imrąn,132-136. Egli (SWT) presenta i timorati ed il loro buon
comportamento verso gli altri: dare in elemosina, reprimere la
propria collera, perdonare. Nella descrizione affianca il donare
con generositą, al sopportare le malvagitą e questo č l'apice
del buon comportamento, quello che il Profeta - SallAlląhu 'alayhi
waSallam - consigliņ a Muądh; poi li ritrae come quelli
che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti
nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli
chiedono perdono dei loro peccati
[III:135] e non insistono in essi. Questo dimostra che qualche volta puņ
succedere ai timorati di compiere peccati gravi, cioč azioni
malvagie e peccati pił lievi come l'essere ingiusti verso se
stessi, ma i timorati non persistono in essi, anzi ricordano Alląh
(SWT) subito dopo e si pentono immediatamente e Gli chiedono
perdono, [in questo caso] il pentimento si esprime con la rinuncia
a proseguire nel male. Il significato delle Sue Parole:
"si ricordano di Alląh", cioč ricordano Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - dice: In veritą coloro che temono [Alląh],
quando li coglie una tentazione, Lo ricordano ed eccoli di nuovo
lucidi.
Corano VII. al-A'rąf, 201. ü
Il Profeta - pace e benedizioni
su di lui - disse: «Quando il servo commette un peccato e dice: "O Signore mio! Ho
peccato, perdonami!", Alląh risponde: "Il Mio servo
sa di avere un Signore che perdona i peccati e che li punisce? Gli
perdono", poi se compie un altro peccato, invoca: "O
Signore! Ho peccato, perdonami!", allora Alląh dice: "Il
Mio servo sa di avere un Signore che perdona i peccati e che li
punisce? Gli perdono", se pecca di nuovo, dice: dice:
"O Signore mio! Ho peccato, perdonami!", Alląh
risponde: "Il Mio servo sa di avere un Signore che perdona
i peccati e che li punisce? Gli perdono", ad un nuovo
peccato chiede: "O Signore! Ho peccato, perdonami!", Alląh
dice: "Il Mio servo sa di avere un Signore che perdona i
peccati e che li punisce? Ho gią perdonato tre volte il Mio
servo, che faccia dunque quello che vuole"», nei Sahihayn, "che faccia dunque quello che vuole",
perché poi si pente quando commette peccato. ü
Da Abu Bakr (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in
gloria - disse: «Non ha insistito nel chiedere perdono anche se torna [a peccare] 70
volte al giorno», at-Tirmidhi. ü
Da 'Uqba Ibn 'Amer, un uomo si recņ dal Profeta - SallAlląhu 'alayhi
waSallam -
e
disse: «O Inviato di Alląh! Uno di noi commette un
peccato", gli disse (saas): «Gli
verrą iscritto»,
disse: «Ma poi si pente e chiede perdono», rispose (saas): «Gli
sarą perdonato e sarą ricompensato [col bene] ed Alląh non si
stanca finché non sarete voi ad essere stanchi», estr. al-Hąkim. ü
Raccontņ
'Aisha (r): «Venne Habģb Ibn ak-Hąrith dal Profeta e gli disse:
"O Inviato di Alląh, sono un peccatore", gli rispose: "Chiedi
perdono ad Alląh", replicņ:
"Mi pento, ma poi torno", e (saas): "Ogni volta che
commetti il peccato pentiti", chiese: "O
Inviato di Alląh! Allora i miei peccati saranno tanti?",
rispose (saas): "Il
perdono di Alląh č pił grande dei tuoi peccati"»,
estr. at-Tabarąni, detto debole. ü
Da Abdullah ibn Āmr (r), il Profeta - pace e benedizioni su di
lui - disse: «A
colui che, ricordando un peccato gią commesso, trema il cuore e
chiede perdono ad Alląh, il suo peccato sarą cancellato», estr. at-Tabarąni. ü
Da Ali (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in
gloria - disse: «Il
migliore di voi č il peccatore che si pente», fu detto: «E se
ricade?», rispose (saas); «Chiede perdono ad Alląh e si pente», gli fu chiesto: «E se ci casca [di
nuovo]?», disse (saas); «Chiede perdono ad Alląh e si pente»,
gli fu detto: «E se ricade?» , rispose (saas); «Chiede perdono ad Alląh e si pente»,
fu detto: «E fino a quando?», disse (saas): «Finché sarą Satana a disperarsi». ü
Da Ibn
Maşułd (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: «Chi
si pente di un peccato č come chi non ha peccato»,
Ibn Mąjjah, detto elevato. ü
Chiesero ad al-Haşan: «Uno di noi chiede perdono dei suoi
peccati, poi ci ricade, poi si pente poi li commette di nuovo, ma
non ha vergogna del suo Signore?». rispose: «Quando Satana cerca
di attirarvi, non vi basti mai il chiedere perdono ad Alląh». E
si raccontņ che [al-Haşan] disse: «Non vedo altro
comportamento per i credenti» e cioč l'affrettarsi nel
pentimento ogni volta che il credente cade nel peccato, come gią
detto, il credente č "il
peccatore che si pente". ü
Disse 'Umar Ibn Abdel Aziz nel suo sermone: «Chi si comporta
bene ne deve ringraziare Alląh, e chi si comporta male che chieda
perdono ad Alląh e si penta, perché nessuno puņ far a meno di
compiere alcune azioni che Alląh gli ha posato sulle spalle e gli
ha prescritto», in un'altra versione: «O gente! Chi commette un
peccato che si penta e chieda perdono ad Alląh e se ci ricade che
si penta e chieda perdono, questi sono i peccati che stanno sulle
spalle degli uomini e la rovina sta nell'insistere a compierli». . Tutto
questo significa che il servo non si esime da quel che gli fu
decretato di peccati, come disse il Profeta - pace e benedizioni
su di lui: «Fu
prescritta al figlio di Adamo la sua parte di fornicazione, la
compirą senza dubbio alcuno»,
ma Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - ha dato al servo una via
d'uscita dai suoi peccati: li cancella con il pentimento ed il
chiedere perdono, cosģ facendo [il credente] si sbarazza del male
di quei peccati, ma se persiste in essi si rovina. ü
Da Abdullah ibn Āmr (r), il Profeta - pace e benedizioni su di
lui - disse: «Siate
misericordiosi riceverete misericordia e perdonate [gli altri]
sarete perdonati, guai a [quelli che fanno come] gli imbuti con le
parole, guai a coloro che, pur sapendo, insistono in quel che
fanno [di male]»;
l'espressione "gli imbuti con le parole" venne
spiegata in riferimento a colui le cui orecchie sono come imbuti:
ascolta discorsi saggi e buoni sermoni, ma gli entrano da un
orecchio ed escono dall'altro, senza che tragga alcun beneficio da
quel che ha sentito. .
Le sue parole: "e
se compi un peccato, fallo seguire da un bene" possono
significare il pentimento del peccato commesso, infatti quando il
Profeta (saas) inviņ Muądh (r) nello Yemen, gli disse: «
O Muądh! Temi Alląh pił che puoi, impegnati per Alląh con
tutta la forza che possiedi, e ricorda Alląh ad ogni albero e ad
ogni pietra, se commetti un peccato in privato chiedi subito
perdono in privato, e se [lo commetti] in pubblico, pubblicamente», estr. Abu ad-Dunya. ü
Disse Qatąda: «Sulayman raccomandņ: "Se compi un peccato
in segreto, fai un bene in segreto e se commetti un peccato in
pubblico, fai pubblicamente un bene, cosģ resterą questo e non
quello"», con "un bene" si puņ intendere il
pentimento o qualcosa di pił generale. Alląh - subhanaHu
waTa'āla - dice: Alląh accoglie il pentimento di coloro
che fanno il male per ignoranza e che poco dopo si pentono: ecco
da chi Alląh accetta il pentimento. Alląh č saggio, sapiente.
Corano IV. an-Nisą', 17, e: In veritą il
tuo Signore č perdonatore e misericordioso nei confronti di
quelli che commisero il male per ignoranza e poi si pentirono e si
corressero. Corano
XVI. an-Nahl, 119, e: a meno che non
si penta, creda e operi il bene, ché a costoro Alląh cambierą
le loro cattive azioni in buone. Alląh č perdonatore,
misericordioso;
Corano XXV. al-Furqąn, 70, e: In veritą Io sono Colui che assolve
chi si pente, crede, compie il bene e poi segue la retta via.
Corano XX. Tą-hą, 82, e: Coloro che
invece si pentono, credono e compiono il bene, entreranno nel
Giardino e non subiranno alcun torto,
Corano XIX. Mariam, 60, e: e quelli che,
quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei
confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono
perdono dei loro peccati e chi puņ perdonare i peccati se non
Alląh? e non si ostinano nel male consapevolmente. Essi
avranno in compenso il perdono del loro Signore, e i Giardini in
cui scorrono i ruscelli e vi rimarranno in perpetuo. Che bella
ricompensa per coloro che ben agiscono!
Corano III. al-Imrąn, 135-136. ü
Anas (r) disse: «Mi č stato riferito che quando
scese l'ayah: e quelli che,
quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei
confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono
perdono dei loro peccati e chi puņ perdonare i peccati se non
Alląh? e non si ostinano nel male consapevolmente. [III:135], Satana pianse». ü
Fu
raccontato che Ibn
Maşułd (r) disse: «Questo versetto č meglio per le persone
dei peccati di questa vita e di quel che essa contiene». ü
Disse Ibn Sirģn: «Alląh
ci dą questo versetto, invece ai Figli d'Israele diede il castigo
per i loro peccati». ü
Da Abu al-Āliya, un uomo domandņ al Profeta - pace
e benedizioni su di lui: «O Inviato di Alląh! Se il nostro castigo
fosse come quello dei Figli d'Israele?», rispose il Profeta (saas):
«O Alląh! Non lo vogliamo, non lo vogliamo, non lo vogliamo!
Quel che Alląh ci dą č meglio di quel che ha dato loro, se uno
dei Figli d'Israele compie un peccato lo trova scritto sulla sua
porta insieme alla sua pena, se la sconta sarą per lui
un'umiliazione in questa vita e se non lo fa, sarą un'umiliazione
nell'Altra vita. Allora quello che Alląh ci dą č meglio di quel
che ha dato ai Figli d'Israele. Alląh dice: Chi agisce male o č ingiusto verso se
stesso e poi implora il perdono di Alląh, troverą Alląh
perdonatore, misericordioso. [IV:110]». ü
Disse Ibn
Abbąs (r) a proposito del versetto ... e non ha posto nulla di
gravoso nella religione... [XXII:78]:
«Č . E si puņ intendere con le sue
parole (saas): "e
ad una cattiva azione fanne seguire una buona" qualcosa di pił ampio del
pentimento, come dice Alląh - Sue la potenza e la lode: Esegui la saląt
alle estremitą del giorno e durante le prime ore della notte. Le
opere meritorie scacciano quelle malvagie. Questo č un ricordo
per coloro che ricordano.
Corano
XI. Hłd, 114. ü
Fu
riferito, dal detto di Muądh (r): «Il Profeta ordinņ all'uomo
per il quale scese il versetto, di fare l'abluzione e pregare». ü
Da
Abu Bakr (r), « il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse:
"Non c'č uomo che commetta peccato e faccia poi l'abluzione,
preghi e chieda perdono ad Alląh che Alląh non lo perdoni",
poi recitņ: e quelli che, quando hanno commesso
qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro
stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono perdono dei loro
peccati e chi puņ perdonare i peccati se non Alląh? e
non si ostinano nel male consapevolmente. [III:135]», estr. Imam Ahmad, Abu Dawłd, at-Tirmidhi, an-Nissąi e Ibn Mąjjah. ü
Nei Sahihayn, 'Utmąn (r) fece l'abluzione, poi
disse: «Ho visto il Profeta fare l'abluzione come me e poi dire: "A
chi fa questa mia abluzione, poi prega due rakaąt senza pensare
ad altro saranno perdonati i suoi peccati precedenti». ü
Abu ad-Dardą' (r) disse: «Ho sentito l'Inviato
di Alląh dire: "A chi fa l 'abluzione e la fa bene, poi
si alza a pregare 2 o 4 rakaąt, durante le quali s'inclina bene e
in buon raccoglimento, poi chiede perdono ad Alląh, gli sarą
perdonato"», estr. Imam Ahmad. ü
Anas (r) disse: «Ero con il Profeta quando venne
un uomo e disse: "O Inviato di Alląh! Ho commesso un peccato
che comporta una punizione, allora dammela", il Profeta non
gli chiese quale peccato, all'ora della preghiera e [l'uomo] pregņ
con il Profeta, quando terminarono, quello si alzņ e disse:
"O Inviato di Alląh! Ho commesso un peccato che comporta una
punizione, perciņ applica su di me il Libro di Alląh",
chiese (saas): "Ma non hai pregato con noi?",
rispose: "Sģ", disse (saas): "Allora Alląh ti
ha perdonato il tuo peccato", oppure disse: "la
tua punizione"», nei Sahihayn.
ü
In un'altra versione da Abu Umąma: "
Sei [pulito] dal tuo peccato come tua madre ti ha partorito,
allora non ricadere!", estr. Ibn at-Tabari,
Muslim.
Allora Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - fece scendere l'ayah: Esegui la saląt alle estremitą del
giorno e durante le prime ore della notte. Le opere meritorie
scacciano quelle malvagie. Questo č un ricordo per coloro che
ricordano. Corano XI. Hłd, 114. ü
Da
Abu
Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in
gloria - disse: «Avete visto mai che se un fiume scorre
davanti alla porta di uno di voi ed egli vi si lava cinque volte
al giorno, che gli resti qualcosa di sporco?», risposero: «Non
ne rimane nulla», disse (saas): «Lo stesso vale per le cinque
preghiere [obbligatorie]: con esse Alląh cancella i peccati», nei Sahihayn. ü
Da
'Utman (r), il
Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Colui che fa
un'abluzione accurata, i suoi peccati usciranno da tutto il suo
corpo, fin da sotto le unghie», Muslim. ü
Da
Abu
Hurayrah (r), il
Profeta - SallAlląhu
'alayhi waSallam - chiese: «Volete che vi mostri per mezzo di
cosa Alląh cancella i peccati ed eleva di grado?», risposero: «Certo, Inviato di Alląh!», disse (saas): «Fare
le abluzioni nonostante le difficoltą, moltiplicare i passi per
andare in moschea e l'attesa della preghiera [successiva] dopo la
preghiera [appena eseguita], questo per voi č come montare di
guardia [ai confini]»,
Sahih Muslim. ü
Da Abu
Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in
gloria - disse: «A colui che digiuna il mese di Ramadan con
fede e certezza della ricompensa, saranno perdonati i suoi peccati
precedenti, e chi compie [il digiuno di] Ramadan con fede e
convinzione della ricompensa avrą il perdono dei suoi peccati
precedenti, e chi esegue il rito d'adorazione della notte del
destino con fede e certezza della ricompensa, gli saranno
perdonati i suoi peccati precedenti»,
Sahih Muslim. ü
Da
Abu Hurayrah (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Chi
compie il pellegrinaggio senza discutere, né corrompere, si
libera dei suoi peccati ed č come il giorno in cui sua madre l'ha
partorito»,
nei Sahihayn. ü
Da Āmr ibn al-Ąss (r),
il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «In
veritą l'Isląm demolisce ciņ che l'ha preceduto, l'emigrazione
[a causa dell'Isląm] azzera quel che era prima ed il
pellegrinaggio annulla quel che era prima»,
Sahih Muslim. ü
Da
Abu Qatąda, il Profeta
- SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse a proposito del digiuno
di Āshurą' [giorno 10 di Muharram]: «Conto
su Alląh per il perdono dell'anno che lo precede»,
Sahih Muslim. ü
E disse (saas) per il digiuno nel giorno di 'Arafah [9 Dhu-l-Hijjah]:
«Spero in Alląh che per esso
accordi il perdono dell'anno che lo segue e di quello che lo
precede». ü
Da
'Uqba Ibn 'Amer, il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Chi commette i peccati
e poi buone azioni, č paragonabile a colui che č stretto in
un'armatura che lo strangola, poi compie un'opera buona e si apre
un anello, poi agisce ancora bene e se ne apre un altro, e cosģ
finché se ne libera», estr. Imam Ahmad. .
Tra le cose con le quali Alląh - gloria a Lui l'Altissimo -
perdona i peccati, c'č il ricordo di Alląh (SWT), come abbiamo
gią visto quando fu chiesto al Profeta (saas) se ü
Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo
benedica e l'abbia in gloria - disse: «A colui che dice cento
volte ogni giorno: subhanalląh
wa bihamdih [Gloria
e lode ad Alląh] saranno perdonati i peccati anche
fossero come la schiuma del mare», nei Sahihayn. ü
Da Abu
Hurayrah (r), il Profeta - SallAlląhu
'alayhi waSallam - disse: «Chi dice 100 volte ogni giorno: ü
Da
Umm Hani (r), il
Profeta - pace e
benedizioni su di lui - disse: «[Dire:]
ü
Da
Anas (r), [un giorno] il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in
gloria - passņ vicino ad un albero con le foglie secche, allora
lo colpģ con un bastone finche le sue foglie caddero e disse: «In
veritą [dire] : al-hamdulilląh
wa subhanalląh wa ü
Da
Anas (r),
il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam -
disse: «In realtą [dire]: subhanalląh
wa-l-hamdulilląh wa ü
Fu
chiesto ad al-Haşan di un uomo che si tiene alla larga dai
peccati, mentre la sua lingua non smette di ricordare Alląh,
rispose: «Questo č un buon aiuto». ü
Fu
chiesto all'Imam Ahmad a proposito di un uomo che ha guadagnato
del denaro in modo ambiguo, se la sua preghiera ed il suo
glorificare Alląh [at-Tasbģh] gli valgono qualche
perdono, rispose: «Se prega e glorifica Alląh con la specifica
intenzione, spero rientri in quel che Alląh dice: Altri riconoscono i loro peccati,
mescolando opere buone e cattive. Forse Alląh accoglierą il loro
pentimento. Alląh č perdonatore, misericordioso. [IX:102]». ü
Disse Mąlik Ibn Dinąr: «Piangere sul peccato
allontana i peccati come il vento fa cadere le foglie». ü
Disse Āta': «Un incontro per ricordare [Alląh (SWT)]
cancella i peccati di dieci incontri per futili motivi». ü
Disse Shwaysh al-Ādwiq che era uno dei primi
predecessori: «L'angelo di destra comanda sull'angelo di
sinistra, quando il figlio di Adamo commette un peccato e l'angelo
di sinistra lo vuole scrivere, l'angelo di destra gli dice:
"Non affrettarti! Puņ essere che faccia una buona
azione!" e ad ogni bene gliene sarą cancellato uno, e gli
verranno iscritti nove beni, allora Satana dice: "Peccato!
Chi riuscirą a raggiungere la moltiplicazione[dei beni] del
figlio di Adamo?"». .
Le sue parole: "Agisci nei confronti della gente con il buon
comportamento", ciņ fa parte degli elementi del timore ed il timore
non č completo senza l'agire bene. Ricordņ (saas) il buon
comportamento da solo per la necessitą di evidenziarlo, infatti
tanta gente pensa che il timore sia nel rispetto dei diritti di
Alląh (SWT), dimenticando quelli delle persone, allora (saas)
diede a Muądh l'ordine di comportarsi e convivere bene con la gente. Lo inviņ in
Yemen come insegnante, sapiente e giudice, chi ricopre questi
incarichi deve senz'altro agire con il bene verso la gente, cosa
della quale altri non hanno bisogno. Si vede spesso che chi pratica i diritti di Alląh (SWT)
e si dą al Suo Amore, Timore ed Obbedienza, trascura i diritti
dei servi per intero, o in parte. Infatti praticare i diritti di
Alląh (SWT) ed insieme quelli dei servi č veramente impegnativo
e riesce solo a coloro che hanno una fede completa, come i Profeti
ed i sinceri. ü
Disse
al-Hąrith al-Muaşib: «Tre cose sono preziose e rare: la
bontą del viso con la riservatezza, il buon comportamento con la
religione e la vera amicizia con la fedeltą». ü
Disse qualche pio antenato: «Dawłd
[Davide] stava appartato, allora Alląh gli disse: "Come mai
stai da solo?", rispose: "Ho abbandonato la gente per
Te, O Signore dei mondi", gli disse: "O Dawłd! Ti
mostro come frequentare la gente ed incontrare il Mio
compiacimento? Agisci con le persone secondo il loro comportamento
e riserva la fede tra Me e te". Infatti Alląh nel Suo Libro
ricorda il comportarsi bene con gli altri fra gli elementi del
timore, anzi inizia con esso dicendo:
per i timorati, quelli che
donano nella buona e nella cattiva sorte, per quelli che
controllano la loro collera e perdonano agli altri,
[III:133-134]». ü
Said al-Maqbari disse: «Abbiamo
saputo che un uomo andņ da Gesł, figlio di Maria - su entrambi
la pace - e gli chiese: "O, maestro di bene! Come faccio ad
essere timorato di Alląh nel modo giusto?", gli rispose:
"Con poche cose, ama Alląh con tutto il tuo cuore, con la
tua forza datti daffare come riesci, abbi pietą del prossimo come
ne hai verso te stesso", chiese ancora: "O, maestro di
bene! Chi č il mio prossimo?", rispose: "Il figlio di
Adamo, quel che tu non ami per te, non farlo a nessuno, e cosģ
sarai timorato di Alląh come si deve"». .
Il Profeta - che
Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - fece del buon
comportamento il miglior componente della fede. ü
Da Abu Hurayrah (r) il Profeta (saas) disse: «Il
migliore dei credenti č il migliore nel comportamento», estr. Imam Ahmad e Abu Dawłd. In un'altra versione: «In veritą un uomo [fra voi] puņ
essere credente ed avere nel proprio comportamento qualcosa che
degrada la sua fede», estr. Mohammad Ibn Nasr al-Marusi. ü
Da 'Usama Ibn Sharģk: «Chiesero:
"O Inviato di Alląh! Qual č la miglior cosa data ad un uomo
musulmano?", rispose (saas): "Il buon
comportamento"», estr. Imam Ahmad, Abu Dawłd, an-Nissąi
e Ibn Mąjjah. ü
Il
Profeta - pace e benedizioni su di lui - ci informņ: «Colui
che possiede il buon comportamento raggiunge grazie ad esso il
livello di chi digiuna e di chi prega la notte. Chi desidera il
timore con il digiuno e la preghiera si disinteressa del buon
comportamento, pensando che ciņ gli faccia conseguire il timore». ü
Da
'Aisha (r), il Profeta -
SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: «In realtą il credente
con il buon comportamento raggiunge
il livello del digiunatore che prega [a notte fonda]»,
estr. Imam Ahmad e Abu Dawłd. ü
Il Profeta - che Alląh lo benedica e labbia
in gloria - spiegņ: «Invero il buon comportamento č
lopera pił pesante sulla Bilancia e chi lo possiede č la
persona pił amata da Alląh e sarą seduta pił vicina ai profeti
[nellUltimo Giorno]». ü
Da
Abu ad-Dardą (r), il
Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Non c'č
nulla che si mette sulla Bilancia del servo di pił pesante del
buon comportamento, chi lo possiede raggiunge il livello di chi
pratica il digiuno e di chi pratica la preghiera»,
estr. Imam Ahmad, Abu Dawłd e at-Thirmidi. ü
Da
Abdulląh Ibn Āmr, il Profeta - SallAlląhu
'alayhi waSallam - chiese: «Volete che vi dica chi Alląh amerą
di pił fra voi e chi sarą pił vicino a me nel Giorno del
Giudizio?», risposero: «Oh, sģ!», disse (saas): «Il
migliore di voi nel comportamento», estr. Ibn Hibbąn, nel suo Sahih. ü
E gią abbiamo visto nel
detto di Abu Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e
l'abbia in gloria - disse: «Le cose che fanno entrare pił
gente in Paradiso sono il timore di Alląh ed il buon
comportamento». ü
Da Abu Umąma, il
Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Sono il
responsabile di una casa nell'alto del Paradiso destinata a chi
rende buono il suo comportamento»,
estr. Abu Dawłd. I pii antenati [as-Salaf as-Sąleh] riportarono
l'interpretazione del buon comportamento: ü
Disse al-Haşan: «Il buon comportamento sono la generositą,
il dare e la pazienza». ü
Disse ash-'Shaābi: «Il buon comportamento sono il dono
generoso, l'offerta e l'allegrezza» e ash-'Shaābi era proprio
cosģ. ü
Disse Ibn al-Mubąrak: «Č la gaiezza, lo spendere con bontą ed
il trattenere il proprio male». ü
Fu chiesto a Saląm Ibn Abu Mutąī
del buon comportamento ed egli allora recitņ una poesia che
diceva: Esso č il mare :
da ogni parte lo raggiungi
`
il suo agitarsi č il bene e la generositą č la sua
costa. ü
Disse l'Imam Ahmad: «Il buon comportamento č non andare in
collera e non portare rancore», e disse anche: «Il buon
comportamento č pazientare in quel che ti arriva dagli altri». ü
Disse Ishaq Ibn Rąbawaih: «Č il buon umore, il non adirarsi e
simili». ü
Dissero alcuni sapienti: «Il buon comportamento č reprimere la
propria collera per Alląh (SWT), essere amabili e di buon umore,
tranne che verso l'eretico ed il dissoluto, perdonare i peccatori,
ma non nell'educazione e nella punizione, trattenersi dal male nei
confronti di ogni musulmano ed alleato, con l'eccezione del porre
rimedio ad un male e del riprendere dagli ingiusti il diritto di
chi č trattato ingiustamente, [ma si fa] senza abusarne». ü
Da Muądh Ibn Anas al-Jahniy, il
Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «Le
migliori azioni sono preservare il legame di parentela con chi lo
rompe, donare generosamente a chi ti priva e perdonare chi ti
insulta», estr. Imam Ahmad. ü
'Uqba Ibn 'Amer al-Jahni raccontņ:
«L'Inviato di Alląh mi disse: "O 'Uqba ti informo del miglior comportamento della gente
di questa vita e dell'Altra? Mantieni il buon legame con chi lo
rompe, dona con generositą a chi non ti dą e perdona chi č
stato ingiusto con te"», estr. al-Hąkim. ü Da Ali (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - chiese: «Volete conoscere i migliori comportamenti di questa vita e dell'Altra? Mantenere il legame con chi lo spezza, donare a chi vi ha negato e perdonare a chi si č comportato ingiustamente verso di voi», estr. at-Tabarąni. Alhamdulillah č terminata la traduzione del 18° detto! Ad Alląh appartengono la lode ed il dono! a cura di Isląmiqra' |
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