Il Corano e la Scienza Moderna del Dott. Maurice Bucaille |
Il
Dr. Maurice Bucaille è un eminente scienziato francese, autore di
"La Bibbia, Il Corano e la Scienza", nel quale analizza il
contenuto del Corano e della Bibbia alla luce delle piu' recenti
scoperte scientifiche. Colpito dai versi
del Corano in cui si predice che la salma di un Faraone egizio sara'
preservata da Dio come segno per i posteri, il dottor Bucaille
inizio' a studiare approfonditamente il Corano e le sue affermazioni
da un punto di vista analitico e scientifico. L'articolo
seguente, basato su una conferenza tenuta dal dottor Bucaille sul
Corano e la scienza moderna presso l'Istituto Commonwealth di
Londra, È di estremo interesse per conoscere cio'
che l'Islam ha da dire sui quesiti piu' importanti della vita e
della scienza. È
NECESSARIA UNA CONOSCENZA ENCICLOPEDICA PER CAPIRE IL CORANO Per
molti secoli, l'uomo non è stato in grado di studiare molti dati,
poichè non possedeva sufficienti mezzi scientifici. È solo oggi
che numerosi versi del Corano riguardanti
dei fenomeni naturali sono diventati pienamente comprensibili.
Dovrei persino arrivare a dire che oggi non è sempre facile per lo
scienziato medio capire tutto quel che legge nel Corano a proposito
di certi argomenti, senza dover fare
ricorso a ricerche specializzate. Il che
significa che, per capire tutti questi versi del Corano, a ciascuno
oggi viene richiesto di avere una conoscenza assolutamente
enciclopedica e cioè deve abbracciare numerosissime discipline. Quando
uso la parola 'scienza', intendo dire
conoscenza profondamente stabilita. In pratica io
intendo occuparmi esclusivamente di paragoni tra le affermazioni del
Corano e la conoscenza che è assai improbabile venga nuovamente
messa in discussione. Dovunque io
introduca fatti scientifici che non siano già al 100% stabiliti, lo
metterò in chiaro, naturalmente. Ci sono anche alcuni assai rari
esempi di affermazioni nel Corano che finora non sono state
confermate dalla scienza moderna: mi riferirò
ad esse evidenziando che tutte le prove disponibili portano
gli scienziati a considerarle altamente probabili. Queste
considerazioni scientifiche non dovrebbero, comunque, farci
dimenticare che il Corano rimane un libro
par excellence religioso e che naturalmente non ci si può aspettare
che abbia un intento esclusivamente scientifico. Ogni volta
che l'uomo è invitato a riflettere sulle opere della Creazione e
sui numerosi fenomeni naturali che può osservare ha l'ovvia
intenzione di sottolineare la Divina Onnipotenza. Il fatto che, in
queste riflessioni, possiamo trovare allusioni ai dati connessi con
la conoscenza scientifica, è sicuramente un altro dei doni di Dio
il cui valore deve essere esaltato in un'epoca in cui l'ateismo
scientifico basato sulla scienza cerca di prendere il controllo a
spese del credere in Dio. Nel
corso delle mie ricerche ho costantemente cercato di rimanere
totalmente obiettivo. Devo riconoscere che non fu certamente
una fede nell'Islam che all'inizio guidò i miei passi, ma
semplicemente la ricerca della verità.
Così è come la vedo oggi. Sono stati soprattutto i fatti che, mi hanno
portato a riconoscere nel Corano un testo rivelato ad un Profeta. Esamineremo
nel Corano affermazioni che oggi appaiono come testimonianze della
verità scientifica, ma che gli uomini dei tempi passati erano in
grado di afferrare solo superficialmente. Com'è possibile
immaginare che, se vi fossero state delle
alterazioni successive dei testi, questi oscuri passaggi sparsi per
tutto il testo del Corano potessero sottrarsi alla manipolazione
umana? La più lieve alterazione ai testi avrebbe automaticamente
distrutto la notevole coerenza che è loro caratteristica, e ci
avrebbe impedito di stabilire la loro conformità con la moderna
conoscenza. La presenza di queste asserzioni sparse per tutto il
Corano appare all'osservatore imparziale come un evidente marchio di
garanzia di autenticità. Il
Corano è una predicazione che fu fatta conoscere all'uomo nel corso
di una Rivelazione che durò all'incirca vent'anni. Si
estese attraverso due periodi di uguale lunghezza, prima e dopo
l'Egira. Tenendo presente questo, era naturale per effettuare
delle riflessioni avere un aspetto
scientifico da diffondere lungo tutto il Libro. Nel caso di uno
studio come quello che abbiamo compiuto, abbiamo dovuto raggrupparle
secondo l'argomento, scegliendole surah per surah. A
mio parere, il primo argomento da
trattare è la Creazione. Qui è possibile confrontare i versi che
si riferiscono a tale soggetto con le idee generali prevalenti oggi sulla
formazione dell'Universo. Ho quindi suddiviso i versetti sotto
questi titoli generali: Astronomia, Terra, Regni Animale e Vegetale,
l'Uomo e la Riproduzione Umana in particolare; quest'ultimo è un
argomento a cui, nel Corano, è riservato un posto molto importante.
A questi titoli è possibile aggiungere
sotto-sezioni. Inoltre,
ho ritenuto utile comparare la narrazione Coranica con quella
Biblica dal punto di vista della
conoscenza moderna. Ciò è stato fatto in alcuni casi, quali
l'argomento della Creazione, quello del
Diluvio e dell'Esodo.
LA CREAZIONE DELL'UNIVERSO Iniziamo
con l'esaminare la Creazione come descritta nel Corano. Emerge
un'idea generale molto importante: la sua dissomiglianza dalla
narrazione Biblica. Quest' idea contraddice i parallelismi che sono
spesso, ed erroneamente, creati dagli
autori Occidentali per sottolineare solamente le rassomiglianze tra
i due testi. Quando
si parla della Creazione, come per altri
argomenti, c'è una forte tendenza nell'Ovest ad asserire che
Maometto semplicemente copiò le linee generali della Bibbia. In
verità è possibile paragonare i sei giorni della
Creazione come descritti nella Bibbia, più un giorno
extra
di riposo nel sabbath di Dio, con questo verso dalla surah Al
A'raf (7:54): "Il tuo Signore è Allah Che creò i Cieli e
la Terra in sei giorni." Dobbiamo
specificare subito che i commentatori moderni sottolineano
che l'interpretazione di ayyam, una delle cui traduzioni è 'giorni',
sta a significare 'lunghi periodi' o 'erÈ piuttosto che periodi di
ventiquattro ore. Quel
che mi pare di fondamentale importanza è
che, in contrasto con la narrazione contenuta nella Bibbia, il
Corano non descrive una sequenza per la Creazione della Terra e dei
Cieli... Fa riferimento sia ai Cieli prima della
Terra che alla Terra prima dei Cieli, quando parla della Creazione
in generale, come in questo verso della surah Taha
(20:4):"Una rivelazione da Colui Che creò la Terra ed i
Cieli". Di
fatto, quella che deriva dal Corano è una nozione di
non-concomitanza nelle evoluzioni celestiali e terrestri. Ci
sono anche dati assolutamente fondamentali che concernono
l'esistenza di un'iniziale massa gassosa
(dukhan) che è unica ed i cui elementi, sebbene da principio
fusi insieme (ratq), successivamente divennero separati (fatq).
Questa nozione è espressa nella surah Fussilat
(41:11)"E Dio si volse al Cielo quando era fumo". E
la stessa cosa è espressa nella surah Al Anbiya' (21:30):"Non
vedono gli infedeli che i Cieli e la Terra erano uniti insieme, poi
Noi li separammo?" Il
processo di separazione ebbe come risultato la formazione di
molteplici mondi, una nozione che compare dozzine di volte nel
Corano, una delle quali forma il primo verso nella surah Al
Fatiha (1:1):"Lode ad Allah, Signore degli Universi". Tutto
ciò è in perfetto accordo con le moderne concezioni sull'esistenza
di una nebulosa primaria e del processo
di secondaria separazione degli elementi che avevano formato
l'iniziale massa unica. Questa separazione ebbe
come risultato la formazione delle galassie e poi, quando queste si
divisero, di stelle da cui nacquero i pianeti. Nel
Corano si fa anche riferimento ad una Creazione intermedia tra i
Cieli e la Terra, come nella surah Al Furqan
(25:59):"Dio è l'Uno Che creò i Cieli e la Terra e tutto ciò
che c'è tra di essi". Sembrerebbe
che questa Creazione intermediaria corrisponda alla moderna scoperta
di ponti di materia che sono presenti fuori dal sistema astronomico
organizzato. Quest'indagine
certamente ci mostra come i moderni dati e le affermazioni del
Corano concordano in un largo numero di punti. Siamo
molto lontani dal testo Biblico con le sue fasi successive che sono
totalmente inaccettabili; specialmente quella che colloca la
Creazione della Terra (il terzo giorno)
prima di quella dei Cieli (il quarto giorno), quando è un fatto
risaputo che il nostro pianeta deriva dalla sua propria stella, il
Sole. In tali circostanze, come possiamo immaginare che un
uomo che abbia tratto ispirazione dalla Bibbia potrebbe essere stato
l'autore del Corano, e, secondo il proprio giudizio, abbia corretto
il testo Biblico per arrivare ad un generale concetto concernente la
formazione dell'Universo, quando questo concetto non si sarebbe
formato se non secoli dopo la sua morte? ASTRONOMIA
- LUCE E MOVIMENTO Prendiamo
ora in esame l'Astronomia. Quando
descrivo i dettagli che il Corano
contiene a proposito di certi punti dell'astronomia agli
Occidentali, è inusuale per qualcuno non replicare che non c'è
nulla di speciale in questo, considerando che gli Arabi fecero
importanti scoperte in questo campo molto prima degli Europei. Questa
è, infatti, un'idea curiosamente erronea risultante da un'ignoranza
della storia... In primo luogo la scienza
è stata sviluppata nei paesi Arabi in un
periodo considerabilmente posteriore alla Rivelazione Coranica; in
secondo luogo la conoscenza scientifica prevalente all'apogeo della
civiltà Islamica non avrebbe reso possibile ad un essere umano
l'aver scritto affermazioni sui Cieli paragonabili a quelle del
Corano. Una
volta di più, l'argomento è così
esteso che posso solo trattarlo a larghi tratti. Mentre
la Bibbia parla del Sole e della Luna
come di due corpi luminosi che differiscono nelle dimensioni, il
Corano fa distinzione tra i due con l'uso di diversi epiteti: luce (nur)
per la Luna, torcia (siraj) per il Sole. Il
primo è un corpo inerte che riflette luce, il secondo una
formazione celeste in uno stato di permanente combustione, ed una
fonte di luce e di calore. La
parola 'stella' (najm) è accompagnata da un'altra parola
qualificante che indica che essa brucia e si auto-consuma quando
penetra attraverso le ombre della notte:
è la parola thakib. Nel
Corano, il kawkab sembra sicuramente indicare i pianeti, che
sono formazioni celesti che riflettono e non producono luce
come il Sole. Oggi
è noto come l'organizzazione celeste sia equilibrata dalla
posizione delle stelle in un'orbita definita e dall'interazione
delle forze gravitazionali in relazione alla loro massa
e velocità di movimento, ognuna con il suo proprio moto. Ma questo
non è altro che ciò che il Corano
descrive, in termini che divengono comprensibili ai nostri giorni,
quando menziona la fondazione di questo equilibrio nella surah Al
Anbiya' (21:33):"[Dio è] l'Uno Che creò la notte, il
giorno, il Sole e la Luna. Ognuna sta viaggiando in un'orbita con il
suo proprio moto". La
parola Araba che esprime questo movimento è un
verbo: sabaha (yasbahun nel testo); essa implica
l'idea di un moto proveniente da ogni corpo vivente, sia esso il
movimento delle gambe di qualcuno che corre sul terreno o l'azione
del nuotare nell'acqua. Nel caso di un
corpo celeste, si è obbligati a tradurlo nel significato originale,
che è 'viaggiare con un moto proprio'. La
descrizione della sequenza della notte e del giorno sarebbe, di per
se stessa, un luogo comune, se non fosse per il fatto che, nel
Corano, essa viene espressa in termini che oggi sono altamente
significativi. Questo perchè usa il
verbo kawwara nella surah Al Zumar (39:5) per descrivere il
modo in cui la notte 'si attorciglia' o 'si avvolgÈ attorno al dì
ed il dì attorno alla notte, proprio come, nel significato
originale del verbo, un turbante viene avvolto attorno alla testa.
Questo è un paragone totalmente valido;
eppure, al tempo in cui il Corano fu rivelato, i dati necessari per
ricavarlo erano sconosciuti. L'evoluzione
dei Cieli e la nozione di un posto fisso
per il Sole sono anch'esse descritte. Esse sono in accordo con idee
moderne accuratamente dettagliate. Sembra che il
Corano abbia fatto allusione anche all'espansione dell'Universo. C'è
anche la conquista dello spazio. Questa è stata intrapresa
grazie al notevole progresso tecnologico ed
ha prodotto come risultato il viaggio dell'uomo sulla Luna. Ma
sicuramente è questa conquista che ci viene in mente quando
leggiamo la surah Al Rahman (55:33). O
assemblea di jinn e di uomini, se potete penetrare le regioni del
Cielo e della Terra, allora penetrateli! Non li penetrerete se non
con il [Nostro] Potere. Questo
potere viene dall'Onnipotente, e l'argomento dell'intera surah è un
invito a riconoscere la Beneficenza di Dio nei confronti dell'uomo. LA
TERRA Torniamo
ora sulla Terra. Esaminiamo,
per esempio, questo verso nella surah Al Zumar
(39:21):"Non hai visto che Dio ha mandato l'acqua giù dal
cielo e l'ha condotta attraverso fonti all'interno del
terreno? Quindi Egli indusse campi seminati di
diversi colori a crescere". Tali
nozioni ci sembrano piuttosto ovvie oggigiorno, ma non dovremmo
dimenticare che esse non prevalevano nel passato. Fu non
prima del sedicesimo secolo, con Bernard
Palissy, che conseguimmo la prima descrizione coerente del ciclo
dell'acqua. Prima di allora, le persone parlavano della
teoria per mezzo della quale l'acqua degli oceani, per effetto dei
venti, era introdotta a forza all'interno dei continenti. Essa
sarebbe poi tornata agli oceani attraverso il
grande abisso, che sin dai tempi di Platone, era stato chiamato
Tartaro. Nel diciassettesimo secolo, un
grande pensatore come Cartesio credeva in questa teoria, e persino
nel diciannovesimo secolo c'erano ancora discussioni sulla teoria di
Aristotele, secondo la quale l'acqua era condensata in fredde
caverne montane e formava laghi sotterranei che alimentava le
sorgenti. Oggi sappiamo che la responsabile di
tale fenomeno è l'infiltrazione di acqua piovana. Se si
paragonano i fatti stabiliti dalla moderna idrologia con i dati
ritrovabili in numerosi versi del Corano
a questo proposito, non si può fare a meno di notare il
notevolissimo grado di accordo tra i due. In
geologia, un fatto di recente scoperta è
il fenomeno del piegamento, che è all'origine della formazione
delle catene montuose. Lo stesso fenomeno riguarda la crosta
terrestre, che è come un solido
involucro su cui possiamo vivere, mentre gli strati terrestri più
profondi sono caldi e fluidi, e quindi inospitali per ogni forma di
vita. È inoltre noto che la stabilità delle montagne è legata al
fenomeno del piegamento, poiché furono
le pieghe che fornirono le fondamenta per i rilievi che costituirono
le montagne. Mettiamo
ora a confronto le idee moderne con uno fra
i tanti versi del Corano su tale argomento. È preso dalla surah Al
Naba' (78:6-7):"Non abbiamo fatto la Terra una distesa e le
montagne dei picchetti?" I
picchetti (awtad), che sono conficcati nel terreno come
quelli usati per fissare una tenda, sono le fondamenta profonde
delle pieghe geologiche. Qui,
come per altri argomenti, l'osservatore oggettivo non può fare a
meno di notare l'assenza di qualsiasi contraddizione con la
conoscenza moderna. Ma
più di ogni altra cosa, sono stato colpito, all'inizio, dalle
affermazioni del Corano riguardanti gli
esseri viventi, sia nel regno vegetale che animale, specialmente
riguardo alla riproduzione. Devo
una volta di più sottolineare il fatto
che è solo in tempi moderni che il progresso scientifico ci ha reso
comprensibile il contenuto di molti versi di questo tipo. Ci sono
anche altri versi che sono più facilmente comprensibili, ma che
nascondono un significato biologico che
è altamente significativo. È questo il
caso della surah Al Anbiya', una parte della quale è stata
già citata:"E Noi facemmo uscire ogni essere vivente
dall'acqua. Non crederanno dunque?
(21:30)" Questa
è un'affermazione della moderna idea che
l'origine della vita è acquatica. Il
progresso in botanica al tempo di Maometto non era in nessun
continente abbastanza avanzato da stabilire di regola che le
piante abbiano sia parti femminili che maschili. Tuttavia, possiamo
leggere la seguente nella surah Taha (20:53):"(Dio
è l'Uno Che) mandò l'acqua giù dal cielo ed in tal modo Noi
producemmo paia di piante ognuna separata dall'altra". Oggi
sappiamo che il frutto viene prodotto
dalle piante che hanno caratteristiche sessuali (persino quando
proviene da fiori non fertilizzati, come le banane). Nella surah Al
Ra'd (13:3) leggiamo:"Ed il
frutto di ogni specie Egli lo fece a paia, due e due". Riflessioni
sulla riproduzione nel regno animale
erano legate a quelle sulla riproduzione umana. Le esamineremo ora:
nel campo della fisiologia, c'è un verso che, a me, appare
estremamente significativo: mille anni prima della scoperta della
circolazione del sangue, e circa tredici secoli prima che si sapesse
cosa accadesse nell'intestino per assicurare che gli organi fossero
nutriti tramite il processo dell'assorbimento digestivo, un verso
nel Corano descrive la fonte dei componenti del latte, in conformità
con queste nozioni. Per
capire questo verso, dobbiamo sapere che le reazioni chimiche
avvengono nell'intestino e che, da lì, le sostanze estratte dal
cibo passano nel sistema di circolazione del
sangue attraverso un complesso sistema, a volte attraverso il
fegato, a seconda della loro natura chimica. Il
sangue le trasporta a tutti gli organi del corpo, tra cui ci sono le
ghiandole mammarie che producono il latte. Senza
entrare nel dettaglio, diciamo solo che, fondamentalmente, c'è
l'arrivo di certe sostanze dal contenuto degli intestini nei vasi della
parete intestinale stessa, ed il trasporto di queste sostanze da
parte del flusso sanguigno. Questo concetto deve essere pienamente
acquisito, se vogliamo comprendere questo verso nel Corano Al
Nahl (16:66):"In verità, nei bovini c'è una lezione per
voi. Vi diamo da bere di ciò che è
dentro ai loro corpi, proveniente da una congiunzione tra il
contenuto degli intestini ed il sangue, un latte puro e gradevole
per coloro che lo bevono." LA
CREAZIONE DELL'UOMO Nel
Corano l'argomento riguardante la riproduzione umana porta ad una
moltitudine di affermazioni che costituiscono una sfida per
l'embriologo che cercasse per esse una spiegazione umana. Fu
solo dopo la nascita delle scienze di base, che dovevano contribuire
alle nostre conoscenze di biologia, e specialmente dopo l'invenzione
del microscopio, che l'uomo fu in grado
di capire tali affermazioni. Era impossibile per un
uomo che vivesse agli inizi del settimo secolo concepire tali idee.
Non vi è nulla che indichi che, in quel
tempo, gli uomini nel Medio Oriente ed in Arabia sapessero di più
in questo campo degli uomini in Europa o nel resto del mondo.
Oggigiorno, vi sono molti Musulmani con
una profonda conoscenza del Corano e delle scienze naturali che
hanno chiaramente riconosciuto i paragoni da farsi tra i versi del
Corano riguardanti la riproduzione e la conoscenza umana. Ricorderò
sempre il commento di un diciottenne
Musulmano, cresciuto in Arabia Saudita, nel rispondere ad un
riferimento alla questione della riproduzione come descritta nel
Corano. Indicando quest'ultimo, egli disse: "Ma questo libro ci
fornisce tutte le informazioni essenziali sull'argomento. Quando io
andavo a scuola usavano il Corano per spiegarmi come nascono i
bambini; i vostri libri di educazione sessuale sono apparsi sulla
scena un po' tardi!" È
su questo punto in particolare che una comparazione tra le credenze
contemporanee al Corano, piene di superstizioni e di miti, ed
il contenuto del Corano e della scienza moderna, ci lascia
sbalorditi del grado di accordo tra gli ultimi due e dell'assenza di
qualsiasi riferimento nel Corano alle idee errate che prevalevano al
tempo. Isoliamo
ora, da tutti questi versi, idee precise concernenti la complessità
del liquido fertilizzante ed il fatto che
una quantità infinitamente piccola è richiesta per assicurare la
fertilizzazione, la sua 'quintessenza' - se posso così tradurre la
parola Araba 'sulala'. L'installarsi
dell'uovo nell'organo genitale femminile è perfettamente descritto
in alcuni versi dalla parola 'Alaq, che è anche il
titolo della surah in cui appare:"Dio modellò l'uomo da
qualcosa che si aggrappa" (96:2) Non
ritengo vi sia alcuna traduzione della
parola 'Alaq se non il suo significato originale. L'evoluzione
dell'embrione all'interno dell'utero materno viene solo brevemente
descritta, ma la descrizione è accurata, poichè le semplici parole
ad esso riferite corrispondono esattamente agli stadi fondamentali
nella sua crescita. Questo è quanto leggiamo in un
verso dalla surah Al Mu'minun (23:14): "Noi modellammo
la cosa che si aggrappa in una piccola massa di carne masticata e
Noi modellammo la carne masticata in ossa e vestimmo le ossa con
carne intatta.' Poi Noi sviluppammo da essa una
creatura. Quindi sia benedetto Allah, il
Creatore Perfetto." Il
termine 'carne masticata' (mugda) corrisponde esattamente a
come appare l'embrione ad un certo stadio del suo sviluppo. È
noto che le ossa si sviluppano all'interno di questa massa
e che sono ricoperte dal muscolo. Questo è il
significato del termine 'carne intatta' (lahm). L'embrione
passa attraverso uno stadio in cui alcune parti sono in proporzione ed
altre in sproporzione rispetto a quel che dovrà poi diventare
l'individuo. Forse questo è il
significato di un verso nella surah Al Hajj (22:5) in cui si
legge quanto segue: "Noi vi creammo dalla polvere, poi dallo
sperma, quindi lo modellammo in qualcosa che si aggrappa ad una
piccola massa di carne, parte formata parte non formata." Abbiamo
poi un riferimento all'apparire dei sensi e delle viscere nella
surah Al Sajda (32:9):"[Dio] designò per voi i sensi
dell'udito, della vista e le
viscere." Nulla
qui contraddice i dati odierni e nulla delle idee erronee del
tempo si è infiltrata nel Corano. IL
CORANO E LA BIBBIA Siamo
giunti ora al nostro ultimo argomento: il
confronto, con la moderna conoscenza, di passaggi nel Corano a cui
si fa anche riferimento nella Bibbia. Abbiamo
già dato una breve occhiata al problema mentre trattavamo della
Creazione. In precedenza ho sottolineato la perfetta concordanza tra
la moderna conoscenza ed i versi del
Corano, ed ho evidenziato che la narrazione Biblica conteneva
affermazioni che sono scientificamente inaccettabili. Questo è
assai poco sorprendente quando veniamo a sapere che la grande
narrazione della Creazione contenuta
nella Bibbia fu il lavoro di preti vissuti nel sesto secolo AC, da
cui il termine narrazione "Sacerdotale". Questa sembra
essere stata ideata come il tema di una
predicazione designata ad esortare le persone ad osservare il
sabbath. La narrazione fu costruita con un
definito scopo in vista, e, come Padre de Vauz (un ex capo della
Scuola Biblica di Gerusalemme) ha notato, questo scopo era
essenzialmente di carattere legale. La
Bibbia contiene anche un'assai più corta e più antica narrazione della
Creazione, la cosiddetta versione 'Yahvist', che affronta il
soggetto da un punto di vista completamente differente. Entrambe
sono tratte dalla Genesi, il primo libro
del Pentateuco o Torah: si suppone che il suo autore sia Mosè, ma
il testo che abbiamo oggi è stato, come sappiamo, sottoposto a
molti cambiamenti. La
narrazione Sacerdotale della Genesi è
famosa per le sue bizzarre genealogie, che risalgono ad Adamo, e che
nessuno prende molto seriamente. Tuttavia autori del
Vangelo quali Matteo e Luca le hanno riprodotte, più o meno alla
lettera, nelle loro genealogie di Gesù. Matteo
risale sino ad Abramo, e Luca ad Adamo. Tutti questi scritti
sono scientificamente inaccettabili, poichè danno un'indicazione
numerica dell'età del mondo e del tempo
in cui apparvero sulla Terra che è definitivamente diverso da ciò
che oggi è stato stabilito con certezza. Il Corano, d'altra parte,
è completamente libero da dati di questo tipo. In
precedenza, abbiamo anche notato come il Corano si accordi
perfettamente con le generali idee moderne sulla formazione
dell'Universo, mentre la narrazione Biblica entra in contraddizione
con esse; l'allegoria delle acque primordiali è difficilmente
sostenibile, e non lo è neppure la creazione della luce nel primo
giorno, prima della creazione delle stelle che producono questa
luce; nè l'esistenza di una sera e di un mattino prima della
creazione della Terra; nè la creazione della Terra nel terzo giorno
prima di quella del Sole nel quarto; e neppure l'apparire di bestie
sulla Terra nel sesto giorno dopo l'apparire degli uccelli dell'aria
nel quinto giorno, sebbene le prime siano apparse prima..: tutte
queste affermazioni sono il risultato di credenze prevalenti nel
tempo in cui questo testo fu scritto e non hanno alcun altro
significato. Quanto
alle genealogie contenute nella Bibbia, che formano la base del
calendario Ebraico ed asseriscono che oggi il mondo abbia 5738 anni,
sono anch'esse difficilmente ammissibili. Il
nostro sistema solare può avere all'incirca 4 miliardi e mezzo di
anni, e l'apparire sulla Terra dell'uomo, come lo conosciamo ora, può
essere stimato in decine di migliaia di anni, se non di più. È
assolutamente essenziale, di conseguenza, notare che il
Corano non contiene nessuna indicazione riguardo alle date, e che
queste sono proprie del testo Biblico. C'è
un secondo, ed altamente significativo,
argomento di paragone tra la Bibbia ed il Corano: il Diluvio. Per
la precisione, la narrazione Biblica è una fusione di due
descrizioni in cui gli eventi sono relazionati differentemente.
La Bibbia parla di un diluvio universale
e lo colloca all'incirca 300 anni prima di Abramo. Secondo quanto
sappiamo di Abramo, questo implicherebbe un
cataclisma universale attorno al ventunesimo o ventiduesimo secolo
A.C. Ciò sarebbe indifendibile, dal punto di vista dei dati
storici. Come
potremmo accettare l'idea che, nel ventunesimo o ventiduesimo secolo
A.C., tutta la civilizzazione sia stata cancellata dalla faccia della
Terra da un cataclisma universale quando sappiamo che questo periodo
corrisponde, per esempio, a quello precedente il Regno Medio in
Egitto, all'incirca alla data del primo periodo Intermediario prima
della undicesima dinastia? Nessuna
delle precedenti affermazioni è accettabile in accordo con la
moderna conoscenza. Da
questo punto di vista, possiamo misurare l'enorme divario che separa
la Bibbia dal Corano. In
contrasto con la Bibbia, il Corano non
colloca il cataclisma nel tempo. Non sono
assolutamente possibili obiezioni storiche o archeologiche alla
narrazione nel Corano. Un
terzo punto di paragone, che è estremamente significativo, è la
storia di Mosè, ed in special modo l'Esodo dall'Egitto degli Ebrei
resi schiavi dal Faraone. In questa sede posso solo fornire un
racconto fortemente compresso dello studio di questo soggetto che
appare nel mio libro. Ho notato i punti in cui la narrazione Biblica
e quella Coranica corrispondono o divergono e, per alcuni dettagli,
ho trovato punti in cui i due testi si complementano l'un l'altro in
un modo alquanto utile. Tra le molte
ipotesi concernenti la posizione occupata dall'Esodo nella storia
dei Faraoni, ho concluso che molto probabilmente è la teoria che fa
di Merneptah, il successore di Rameses II, il
Faraone dell'Esodo. Il confronto dei dati
contenuti nelle Scritture con le prove archeologiche avvalora
fortemente quest'ipotesi. Sono contento di poter dire che la
narrazione Biblica contribuisce con una testimonianza importante ad
indurci a situare Mosè nella storia dei Faraoni: Mosè nacque durante
il regno di Rameses II. I dati Biblici hanno
quindi un considerevole valore storico nella vicenda di Mosè. Lo
studio medico della mummia di Merneptah
ha prodotto ulteriori informazioni utili sulle possibili cause della
morte del Faraone. Il
fatto che oggi noi possediamo la mummia di questo Faraone che fu
scoperta nel 1898, è di suprema importanza. La Bibbia testimonia
che venne inghiottito dal mare, ma non fornisce alcun dettaglio su
cosa ne fu poi del corpo. Il Corano,
nella sura Yunus, annota che il
corpo del Faraone, che doveva essere condannato, sarebbe stato
salvato dalle acque:"Così questo giorno Noi salveremo il tuo
corpo (morto) chè tu possa essere un segno per quelli che vengono
dopo di te! Ed in verità, molti tra gli uomini
sono incuranti dei Nostri segni." Un
esame medico di questa mummia ha dimostrato che il corpo non poteva
essere stato nell'acqua a lungo, poichè non mostra segni di
deterioramento dovuto alla prolungata sommersione. Ancora
una volta, il confronto della narrazione
nel Corano con i dati forniti dalla moderna conoscenza non dà adito
alla più piccola obiezione da un punto di vista scientifico. L'Antico
Testamento costituisce una collezione dei lavori letterari prodotti
nel corso di circa nove secoli e che è stata sottoposta a molte
alterazioni. Il ruolo giocato
dall'uomo nell'attuale composizione del testo della Bibbia è
piuttosto considerevole. La
Rivelazione Coranica ha una storia che è radicalmente diversa. Dal
momento in cui fu per la prima volta
comunicato all'uomo, fu imparato a memoria e scritto durante la vita
stessa di Maometto. È grazie a questo che il
Corano non pone il problema dell'autenticità. Un
esame totalmente oggettivo di esso, alla luce della moderna
conoscenza, ci porta a riconoscere l'accordo tra i due, come è
stato già notato in ripetute occasioni. Ci porta a ritenere
piuttosto impensabile, per un uomo dei
tempi di Maometto, l'essere stato autore di tali affermazioni, a
causa dello stato di conoscenza dei suoi giorni. Tali considerazioni
sono parte di ciò che dà alla Rivelazione Coranica il
suo posto unico, e forza lo scienziato imparziale ad ammettere la
sua inabilità a fornire una spiegazione che abbisogni di un
ragionamento esclusivamente materialistico. Maurice
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